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VENEZUELASi vota il 22 aprile, incerta la presenza dell'opposizione

08.02.18 - 20:31
Secondo quanto dichiarato dal presidente Nicolas Maduro, il Paese sarebbe disposto a offrire garanzie e a ricevere tutti gli osservatori internazionali che vorranno essere presenti
Keystone
Si vota il 22 aprile, incerta la presenza dell'opposizione
Secondo quanto dichiarato dal presidente Nicolas Maduro, il Paese sarebbe disposto a offrire garanzie e a ricevere tutti gli osservatori internazionali che vorranno essere presenti

CARACAS - Dopo la battuta d'arresto dei negoziati tra governo e opposizione, l'unica certezza sulle prossime elezioni presidenziali in Venezuela è la data, prevista per il prossimo 22 aprile. Una tornata elettorale per la quale, secondo quanto dichiarato dal presidente Nicolas Maduro, il Paese sarebbe disposto a offrire garanzie e a ricevere tutti gli osservatori internazionali che vorranno essere presenti.

Il giorno del voto, scelto in maniera unilaterale dal Consiglio nazionale elettorale controllato dal governo, è stato annunciato poche ore dopo la «pausa per un periodo indefinito» dei colloqui in Repubblica Dominicana tra l'esecutivo di Maduro e i partiti di opposizione riuniti nel Tavolo di Unità democratica Mud, che in queste ore dovrà decidere se partecipare o meno alle prossime elezioni.

Julio Borges, deputato e leader del Mud, ha infatti spiegato che sono due le opzioni possibili: rifiutarsi di partecipare o presentare un unico candidato, che dovrà rappresentare quella parte di società che si oppone all'attuale governo. Attualmente Maduro, che ha già lanciato la sua campagna elettorale per ottenere la rielezione per un secondo mandato nel periodo 2019-2025, è l'unico candidato in un Paese che continua a sprofondare in una crisi economica caratterizzata da un alto tasso di inflazione e mancanza di cibo e beni primari. E dove si tenta di mettere a tacere ogni tipo di dissenso: secondo un'ong locale sono 12 mila i detenuti per "motivi politici" dal 2014.

I detrattori di Maduro avevano chiesto nei colloqui, tra le altre cose, garanzie di elezioni libere con un'autorità elettorale rinnovata, osservatori internazionali e una data di elezioni che fosse nella seconda metà di quest'anno.

Maduro sarebbe disposto ad alcune di queste condizioni: su Twitter il presidente ha sottolineato che il Paese «è aperto a dare tutte le garanzie necessarie e a ricevere tutti gli osservatori internazionali che vorranno venire», aggiungendo che «piuttosto che ispezionare», gli osservatori «potranno imparare dal sistema elettorale impeccabile che abbiamo costruito».

Il Venezuela ha tradizionalmente tenuto elezioni presidenziali alla fine dell'anno, e gli Stati Uniti insieme ad altri Paesi europei e dell'America Latina hanno condannato la decisione del governo di anticipare il voto, sottolineando che si tratta di una misura ingiusta nei confronti dell'opposizione.

Intanto, il procuratore capo della Corte Penale internazionale ha reso noto che aprirà un'indagine preliminare su presunti crimini commessi dalle forze dell'ordine in Venezuela. Fatou Bensouda ha spiegato che le accuse per Caracas riguardano l'uso eccessivo della forza e abusi contro manifestanti ed esponenti dell'opposizione nelle proteste anti-governative dello scorso aprile.

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