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REGNO UNITOBrexit: il divorzio costerà tra i 35 e i 39 miliardi di sterline?

08.12.17 - 12:11
Questa è la cifra - divuglata da un'anonima fonte britannica vicino ai negoziati - che il Regno dovrà versare. L'Ue: «La parte difficile deve ancora venire»
Keystone
Brexit: il divorzio costerà tra i 35 e i 39 miliardi di sterline?
Questa è la cifra - divuglata da un'anonima fonte britannica vicino ai negoziati - che il Regno dovrà versare. L'Ue: «La parte difficile deve ancora venire»

LONDRA - Ammonterà a una cifra compresa «fra i 35 e i 39 miliardi di sterline», pari a 40-45 miliardi di euro, il cosiddetto conto del divorzio che il Regno Unito dovrà pagare all'Ue per la Brexit. Lo ha sostenuto un'anonima fonte britannica vicina ai negoziati, mentre a livello ufficiale la somma resta coperta dal riserbo. Il dossier degli «obblighi finanziari» britannici è uno dei tre nodi preliminari sciolti con l'accordo annunciato stamane, assieme ai diritti dei cittadini espatriati e al confine dell'Irlanda.

La parte difficile deve ancora avvenire - La parte più difficile della Brexit, ovvero quella che riguarda il futuro, è ancora da venire. E' il monito lanciato dall'Ue dopo l'intesa raggiunta per chiudere i conti del passato. «Le prossime tappe saranno molto difficili», ha avvertito il caponegoziatore Ue Michel Barnier, in quanto «non tutti hanno ancora capito che certi punti non saranno negoziabili», in particolare per quanto riguarda il mercato interno e le sue libertà (circolazione di beni, capitali, servizi e persone).

Anche il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha sottolineato che, nonostante la soddisfazione per l'intesa odierna, «ricordiamoci che la sfida più difficile è ancora davanti a noi». «Sappiamo tutti che rompere è difficile, ma rompere e costruire una nuova relazione lo è molto di più», ha avvertito, dato che «così tanto tempo è stato dedicato alla parte più facile del compito e ora per negoziare un accordo transitorio e il quadro della nostri futura relazione abbiamo di fatto meno di un anno».

I punti principali dell'accordo - Quindici pagine, 96 articoli, divisi per paragrafi e sottoparagrafi: è il documento negoziato tra Unione europea e Regno Unito dopo che Londra, lo scorso 29 marzo, ha dato il via alla procedura di divorzio prevista dall'articolo 50 del Trattato sull'Unione europea. Ecco i punti principali dell'accordo:

* DIRITTI DEI CITTADINI - Tutelare gli europei che resteranno nel Regno Unito dopo la Brexit e i britannici che rimarranno in Europa è il punto su cui, fin dal principio, si sono concentrate maggiormente le preoccupazioni dei negoziatori. L'accordo finale sarà incardinato nel diritto britannico: quindi ad avere la giurisdizione in Gran Bretagna saranno i tribunali del Regno. Anche se la Corte di giustizia dell'Unione europea manterrà un ruolo: per 8 anni, le corti britanniche avranno la facoltà di chiedere un parere vincolante in caso di controversie. Garantita la possibilità a tutte le persone arrivate nell'Ue o nel Regno Unito prima della Brexit di continuare a lavorare o studiare, i membri della famiglia avranno il diritto alla riunificazione, saranno conservati i diritti alle prestazioni sociali.

* IRLANDA DEL NORD - È emersa nell'ultimo periodo come la questione più spinosa, anche per lo storico fardello di sangue che si porta appresso. Il Regno Unito si è impegnato a evitare che sia eretta una frontiera fisica tra Ulster e Repubblica d'Irlanda. Aperta la ricerca di "soluzioni creative", in assenza delle quali Belfast manterrà un allineamento con il mercato unico e con l'unione doganale. Con il parallelo impegno di Londra a non creare nuove barriere con il resto del Regno.

* CONTO ECONOMICO - È quello che Londra deve continuare a pagare a Bruxelles per tenere fede agli impegni assunti rispetto al bilancio pluriennale dell'Ue. Londra ha fatto circolare una cifra pari a 40-45 miliardi di euro, ma il testo non mette nero su bianco un numero. Anche perché il pagamento non avverrà in un'unica soluzione e le cifre potrebbero ballare in base a inflazione e altre variabili. Il testo si limita a enunciare una metodologia per individuare via via le somme da pagare. In particolare, per gli anni 2019-2020, quindi dopo l'uscita dall'Ue, Londra continuerà a contribuire al bilancio come se fosse ancora uno Stato membro. Dopodiché saranno calcolati volta per volta tutti i passivi dovuti dal Regno Unito. La stima, indicata da fonti britanniche in mattinata, è stata confermata da Downing Street nel pomeriggio.


 
 


 
 

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