Quello che è stato definito uno «schiaffo storico», secondo i media nazionali porterà a conseguenze significative per la sinistra e la destra
PARIGI - La scelta di Emmanuel Macron e Le Pen per il secondo turno delle elezioni presidenziali francesi è una «rivoluzione». Almeno secondo la stampa svizzera. I risultati definitivi per il ballottaggio, definiti uno «schiaffo storico» alla sinistra, secondo i media porteranno a conseguenze rilevanti sia per la sinistra che per la destra.
Il primo turno delle elezioni presidenziali, che ha visto il candidato di "En Marche!", Emmanuel Macron, imporsi con il 23,72% dei voti (secondo i risultati provvisori) davanti al leader del "Front National", Marine Le Pen (21, 91%), secondo "Le Temps" equivale a «un profondo cambiamento». L'ondata di malcontento sta «definitivamente trasformando i contorni del Paese», perché «la logica politica della Quinta Repubblica si è infranta».
«L'insofferenza nei confronti dei partiti tradizionali, la disillusione per i politici corrotti e la volontà di provare qualcosa di diverso ha portato alla designazione di due personalità» con visioni radicalmente opposte a competere nel secondo turno, prosegue il quotidiano lemanico. «Uno (è) inclusivo, aperto al mondo e alle sue problematiche, l'altro trincerato dietro i suoi confini e vecchi miti».
Andando nella stessa direzione, "L'Impartial" e "L'Express" affermano che il grande sconfitto di questa «schiaffo storico», «è la politica paternalista, quella della tradizionale divisione tra destra e sinistra. Anche se sembra più dettato dalla ragione che dal cuore, è un chiaro messaggio che i francesi mandano i loro politici: "Cambiare tutto!"».
«Tutto da ricostruire» - «Il “degagismo”, il rinvio dei partiti politici tradizionali ai loro cari studi, è infine il vincitore del primo turno delle presidenziali francesi», suggerisce il "Quotidien Jurassien". «È ancora tutto da fare in Francia, tutto da ricostruire. Si tratta di un profondo cambiamento, di cui non abbiamo ancora finito di prendere le misure».
Per il "Journal du Jura" il risultato di domenica è «un terremoto le cui conseguenze potrebbero essere pesanti» per i repubblicani e il Partito socialista, che ha dominato la vita politica in Francia dall’inizio della Quinta Repubblica del 1958. «Se i Repubblicani bevono al calice della delusione per il terzo posto di François Fillon, il PS subisce una vera e propria débâcle con il 6,2% dei voti al suo candidato Benoît Hamon», analizza il giornale.
Emmanuel Macron nel frattempo «ha la seria possibilità di diventare il prossimo Presidente dei francesi», osserva "Le Courrier". Ma «la sbornia dei francesi rischia di diventare amara quando si ritroveranno faccia a faccia con la parte antisociale del leader di En Marche!» avverte il quotidiano di Ginevra, sottolineando che l’ex Ministro dell’economia aveva «appoggiato la legge El Khomri» riformando il mercato del lavoro.
Un «big bang» per la stampa francese - «Big Bang» o «salto nel vuoto», scrive il quotidiano economico "Les Echos", che definisce l’elezione «un’esasperazione nei confronti del sistema, tabula rasa del passato». «Gli elettori - continua il giornale - hanno scelto di voltare pagina nella vita politica francese per com’è stata strutturata dall’inizio della Quinta Repubblica».
«La destra K.O. - lamenta il quotidiano "Le Figaro" -, l’imperdibile è stato perso». «La destra (Repubblicana, gaullista) non sarà, per la prima volta nella storia, rappresentata al secondo turno delle elezioni presidenziali», prosegue il giornale.
«Il secondo turno vedrà opporsi pertanto il liberismo al nazionalismo, l’apertura alla chiusura, l’Europa unita alla Francia sola», spiega "Libération". E aggiunge: «In linea di principio, grazie ai repubblicani di tutti i partiti, il giovane che si è posizionato al primo posto supera la matrigna cattiva». Ma «il Front National realizza il risultato più grande nella sua storia alle presidenziali. E se la lotta si trasforma in un confronto tra popolo ed élite, chi può predire il risultato? Tutto è possibile. In altre parole, attenzione».
Il giornale comunista "L’Humanité" lancia invece un chiaro appello. L’immagine di Marine Le Pen è accompagnata da un inequivocabile «Mai» e l’esortazione «Stringiamoci per sbarrarle la strada».