Il Paese asiatico è il maggior esportatore di generici al mondo
LONDRA - La produzione di farmaci in India è minacciata dall'epidemia del coronavirus.
L'allarme è lanciato da un articolo pubblicato dalla rivista medica britannica Lancet. Il motivo principale deriva dal fatto che l'India acquista il 70% dei propri principi attivi dalla Cina. Il governo indiano ha chiesto alle proprie aziende di studiare dei piani per aumentare la produzione interna dei principi attivi. Di conseguenza, alcuni farmaci, come il paracetamolo e le vitamine hanno già sofferto dei rincari dall'inizio della crisi.
L'india, lo ricordiamo, è il paese che fabbrica il 20% dei medicinali usati nel mondo, ed è il maggior esportatore di generici a livello globale. «Al momento non c'è ragione per andare nel panico» ha sottolineato Sudarshan Jain, segretario generale della Indian Pharmaceutical Alliance. «Le principali compagnie hanno infatti stock per 2-3 mesi» ha proseguito, «stiamo compiendo una ricognizione delle scorte e monitorando la situazione in Cina».
Per quanto riguarda il resto del mondo, l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha stimato che la Cina fornisce il 20% dei principi attivi utilizzati globalmente. Tuttavia, alcuni esperti hanno affermato che la percentuale potrebbe in realtà essere addirittura il doppio.