Dagli alberghi ai negozi di lusso: il calo delle presenze e del giro d'affari legati al coronavirus sta già colpendo determinati settori
PECHINO - Gli effetti globali dell'epidemia di coronavirus si stanno cominciando a vedere in uno dei settori dove la Cina ha assunto un ruolo cruciale negli ultimi due decenni: il turismo.
Secondo l'Organizzazione mondiale del turismo che fa capo all'Onu, nel 2000 i turisti cinesi avevano speso globalmente 10 miliardi di dollari. Nel 2018 il dato si è impennato fino a raggiungere i 277 miliardi di dollari. A dimostrazione di come la loro presenza sia cruciale in moltissime realtà e di come le restrizioni di viaggio a causa del diffondersi della malattia giocheranno un ruolo determinante.
Calano i cinesi, calano gli affari - Il New York Times, nel suo reportage a firma Norimitsu Onishi, parte con l'esempio di Parigi. Davanti al negozio Louis Vuitton ci sono solo 10 persone asiatiche in coda, mentre prima della crisi sanitaria erano molte, molte di più. Il settore del lusso è tra i più colpiti: la crisi è ben visibile dalle cantine della Borgogna ai castelli tedeschi, dagli outlet britannici ai monumenti italiani. Sono circa 800mila i turisti cinesi che visitano la capitale francese, spiega l'Ufficio del turismo. Rispetto a quelli di altre nazioni, tendono a muoversi in gruppo e a frequentare solitamente gli stessi luoghi. Alcune catene di alberghi, negozi e duty-free stanno già percependo un calo importante delle presenze. E non ci sono turisti di altre nazionalità a prendere il loro posto.
Dal 27 gennaio Pechino ha messo al bando i viaggi organizzati e i tour operator ne hanno subito risentito. «È un terremoto, una situazione di emergenza» ha spiegato al quotidiano Usa un portavoce del ministero della Cultura e del Turismo italiano. Considerando poi che meno di una settimana prima Roma e Pechino avevano inaugurato un programma di scambi culturali e turistici che avrebbe portato alla creazione di svariati eventi e iniziative. I voli diretti tra Italia e Cina sarebbero dovuti salire da 56 a 108, ma solo dieci giorni dopo sono stati completamente bloccati.
Male anche le fiere - Molto colpito è anche il turismo fieristico: l'annullamento del Mobile World Congress è un durissimo colpo per Barcellona. La sindaca della città catalana Ada Colau ha dichiarato che si attendevano oltre 100mila visitatori e un flusso di denaro quantificabile in 500 milioni di euro. Per l'occasione sarebbero stati creati 14mila posti di lavoro temporanei e gli alberghi avrebbero rimediato alla scarsa occupazione in un periodo di bassa stagione.