Sono in pericolo anche le nuove covate che le operaie cercano di salvare dalla disidratazione
ROMA - In Italia le api stremate dal caldo hanno smesso di volare e non svolgono più il lavoro di trasporto di nettare e polline, ma sono in pericolo anche le nuove covate che le operaie cercano di salvare dalla disidratazione evitando che le temperature nelle arnie superino i 33-36 gradi. È quanto afferma la Coldiretti - maggiore associazione di rappresentanza dell'agricoltura italiana - nel ricordare che la prima produzione nazionale di miele di acacia e agrumi, è crollata del 41% rispetto alle attese.
Ora l'ondata di caldo africano rischia di dare il colpo di grazia agli alveari dove, sottolinea la Coldiretti, le api ventilatrici sono impegnate a rinfrescare l'interno agitando velocemente le ali in modo da ricambiare l'aria e quelle acquaiole portano invece acqua in forma di goccioline per raffreddare, a scapito della normale attività di impollinazione.
Il risultato, precisa la Coldiretti, è che quest'anno la produzione nazionale risulterà sotto gli oltre 23,3 milioni di chili del 2018. La stato di sofferenza delle api, che sono un indicatore dello stato di salute dell'ambiente, è rappresentativo in realtà dello sconvolgimento provocato dal clima sulla natura, animali e piante.