Cerca e trova immobili

STATI UNITIAllarme a Macy's, bruciati 30 miliardi di dollari

11.01.19 - 21:00
Il grande magazzino durante le feste ha visto salire le vendite di un modesto 0,7% ed è stato costretto a tagliare le stime per il 2019
Keystone
Allarme a Macy's, bruciati 30 miliardi di dollari
Il grande magazzino durante le feste ha visto salire le vendite di un modesto 0,7% ed è stato costretto a tagliare le stime per il 2019

NEW YORK - Macy's conferma la crisi del commercio tradizionale, e soprattutto dei grandi magazzini che non solo si battono contro Amazon e lo shopping on line ma sono in guerra anche fra di loro. Una guerra fatta di prezzi al ribasso che sta mangiando i margini, già sotto pressione per i crescenti costi del lavoro, i dazi e gli investimenti in logistica. Macy's continua la sua corsa a ribasso a Wall Street, dove perde l'1% dopo aver sperimentato la peggiore seduta dal suo sbarco in Borsa nel 1992 e aver affondato l'intero settore delle vendite al dettaglio, che ha bruciato complessivamente oltre 30 miliardi di dollari (grossomodo la medesima somma in franchi).

Le difficoltà di Macy's, che durante le feste ha visto salire le vendite di un modesto 0,7% ed è stata costretta a tagliare le stime per il 2019, alimenta i dubbi sulla ripresa del comparto dopo anni di crisi. Nonostante un'economia americana forte, la stagione delle feste non si è rivelata per i grandi magazzini il successo sperato, fatta eccezione per i colossi a basso costo Costco e Target. Le incertezze e le tensioni sui mercati finanziari delle ultime settimane dell'anno hanno spinto i consumatori a spingere sul ''freno'' degli acquisti, a discapito dei mall. Vanno un po' meglio i magazzini piccoli e specializzati, che continuano a esercitare qualche forma di fascino degli amanti dello shopping.

A condividere in parte il destino difficile di Macy's è L Brands, la società a cui fa capo Victoria Secret: le vendite restano al palo fra una concorrenza crescente. Non va meglio alle catena di librerie Barnes & Noble che, pur avendo sperimentato un aumento delle vendite, ha messo in guardia sulla possibilità di utili più bassi del 10% rispetto alle stime precedenti a causa delle spese in pubblicità e delle promozioni.

L'ulteriore conferma della crisi del commercio tradizionale arriva da Sears, l'ex icona americana in bancarotta il cui destino si deciderà nelle prossime ore: il 14 gennaio verrà valutata l'offerta in extremis del presidente Eddie Lampert. Se non verrà approvata sarà liquidazione, e l'addio definitivo a un grande magazzino che ha fatto la storia americana.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE