Un giudice federale blocca la legge approvata dalla città che avrebbe obbligato la società a consegnare alle autorità i dati di coloro che affittano le proprie abitazioni
NEW YORK - La giustizia americana blocca la stretta di Bill de Blasio su Airbnb. Il giudice federale Paul Engelmayer sospende l'ordinanza del sindaco di New York che prevede la consegna obbligatoria da parte di Airbnb dei dati di chi affitta la propria abitazione in città. Per Airbnb si tratta di un'importante vittoria, soprattutto in vista dell'atteso sbarco in Borsa al quale starebbe lavorando.
La misura, che sarebbe dovuta entrare in vigore il 2 febbraio, è sospesa fino a quando non sarà risolta l'azione legale avviata dalle stesse Airbnb e HomeAway contro la città. Il provvedimento, approvato dal consiglio comunale di New York in luglio con 45 voti a favore e nessuno contrario, obbliga le società a fornire mensilmente alle autorità i nomi, gli indirizzi, i prezzi e la frequenza con cui si affitta la propria abitazione, pena sanzioni a partire da 1.500 dollari. La legge in vigore prevede che non si possa affittare il proprio intero appartamento per soggiorni inferiori ai 30 giorni.
Nel suo parere contenuto in 52 pagine, il giudice Engelmayer spega come il tema è di pubblico interesse e lascia intravedere ad Airbnb una possibile vittoria finale contro la norma. «La corte ha rilevato che Airbnb potrebbe avere successo nel rivendicare che l'ordinanza viola il Quarto Emendamento» si legge nel parere del giudice. Airbnb accoglie la decisione come una «grande vittoria», anche per i «migliaia di cittadini a rischio di sorveglianza illegale».
Per il sindaco di New York e il consiglio comunale è invece una sconfitta, anche se de Blasio non molla: difendendo la legge prevede che alla fine la città la spunterà.