È stata condotta un'analisi in particolare per valutare l'uso del fruttosio
LONDRA - Le bibite zuccherate (da aranciate a succhi di frutta) come pure altri alimenti scarsamente nutrienti ma pieni di zucchero e quindi molto calorici (dolci, cibo confezionato, snack, etc) rappresentano un'elevata fonte di rischio di diabete. Al contrario altri cibi come la frutta o le spremute (senza zuccheri aggiunti), pur contenendo zucchero (fruttosio) non aumentano il rischio di diabete.
Lo rivela la revisione di dati relativi a 155 studi già pubblicati sull'argomento, resa nota sul British Medical Journal.
«Si tratta di un lavoro estremamente interessante ed istruttivo - afferma Francesco Purrello, presidente della Società Italiana di Diabetologia e ordinario di Medicina Interna all'Università di Catania - con ricadute anche su un dibattito attualmente in corso nel nostro Paese, in merito alla "sugar tax", misura che tende ad incoraggiare l'industria a produrre prodotti con sempre minore quantità di zuccheri aggiunti».
Condotta da John Sievenpiper del Clinical Nutrition and Risk Factor Modification Centre dell'ospedale St. Michael's a Toronto, l'analisi è stata realizzata proprio per porre fine ai tanti dubbi in particolare intorno al fruttosio che è sì lo zucchero naturale della frutta, ma è anche lo zucchero più spesso aggiunto in quantità tutt'altro che moderate in tanto cibo industriale (dai succhi di frutta ai cereali per la prima colazione).