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FRANCIA / SVIZZERAUBS, allertatrice: «Sono rovinata»

26.10.18 - 12:22
Stéphanie Gibaud, ex quadro di UBS in Francia , ha chiesto un risarcimento di 3,5 milioni di euro, quale indennizzo «per i danni subiti a causa della collaborazione con la giustizia»
Keystone
UBS, allertatrice: «Sono rovinata»
Stéphanie Gibaud, ex quadro di UBS in Francia , ha chiesto un risarcimento di 3,5 milioni di euro, quale indennizzo «per i danni subiti a causa della collaborazione con la giustizia»

PARIGI - Ho avuto la mia vita distrutta, sacrificata per l'interesse generale: con questa motivazione Stéphanie Gibaud, ex quadro di UBS in Francia , ha chiesto ieri un risarcimento di 3,5 milioni di euro, quale indennizzo «per i danni subiti a causa della collaborazione con la giustizia».

Davanti a un tribunale amministrativo di Parigi quella che in Francia è considerata un'allertatrice civica (whistleblower) ha contestato il rifiuto opposto dalla Direction des Douanes et droits indirects (l'autorità fiscale che si occupa della frode tributaria) alla sua richiesta di essere indennizzata per il contributo dato all'autorità nel rivelare le pratiche di UBS in Francia.

Come noto la grande banca elvetica è accusata - in quanto società e insieme a diversi dirigenti - di essere andata in modo illecito alla caccia di clienti facoltosi e di aver riciclato il provento dell'evasione fiscale. L'istituto respinge le accuse e il processo nei suoi confronti, apertosi l'8 ottobre a Parigi, è attualmente in corso.

Gibaud, oggi 53enne, ha avuto un ruolo importante nelle indagini. Ma la collaborazione con i procuratori ha scombussolato completamente la sua vita. «Ho perso il lavoro, la casa, l'affidamento dei miei figli», ha detto ai giornalisti. «Da anni vivo con il minimo sociale». «Se avessi deciso di distruggere i documenti della banca, come mi era stato ordinato nel 2008, non avrei mai collaborato con la giustizia e avrei proseguito la mia carriera», ha osservato.

La donna ha chiesto che le venga riconosciuto lo statuto di «collaboratrice occasionale del servizio pubblico», che permette a chi partecipa a titolo volontario a una missione di servizio pubblico di essere risarcito nel caso subisca dei danni.

In tribunale il rappresentante dello stato ha detto che può essere riconosciuto lo statuto, ma solo per il periodo 2011-2012, quando per esempio Gibaud partecipava alla sorveglianza del torneo di tennis di Roland Garros, dove i consulenti di UBS invitavano clienti o potenziali clienti. Si è così detto disposto a elargire solo 2000 euro per il pregiudizio morale dovuto alla «situazione ansiogena».

L'avvocato di Gibaud, Antoine Reillac, ha ricordato da parte sua le vicissitudini della sua assistita: licenziata nel 2012, è andata in depressione e ha cercato invano un impiego. «Tutto questo per cosa? Per aver servito l'interesse generale», ha detto Reillac. «Dov'era lo stato, che deve assicurare la protezione ai collaboratori del servizio pubblico?». La sentenza della corte è attesa per metà novembre.

Il tema è molto dibattuto in Francia. Nel 2016 il paese - che ha vissuto casi clamorosi di evasione ad altissimo livello, basti pensare alla vicenda che alcuni anni or sono ha interessato l'allora ministro del bilancio Jérôme Cahuzac - si è dotato di uno statuto per gli allertatori civici, che li preserva dai perseguimenti penale e li protegge dai datori di lavoro. Non prevede però la loro remunerazione.

In difesa di Gibaud è intervenuto nelle settimane scorse anche Bradley Birkenfeld, l'ex banchiere di UBS che con la sua testimonianza ha permesso alla giustizia americana di mettere in ginocchio la più grande banca elvetica, portando in pratica alla fine del segreto bancario elvetico per i clienti stranieri. A suoi avviso gli allertatori vanno pagati, perché non trovano mai più lavoro. Birkenfeld ha scontato negli Usa due anni e mezzo di prigione, ma ha anche ricevuto un'enorme ricompensa dalle autorità americane: 104 milioni di dollari.

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