Il gruppo puntava a fare soldi attraverso pubblicità ingannevole
NEW YORK - Dietro al furto dei dati di 29 milioni di utenti subìto da Facebook non c'è uno stato straniero, ma un gruppo di spammer, che puntava a fare soldi attraverso pubblicità ingannevole. È questa - secondo quanto riferisce il Wall Street Journal - la conclusione ancora provvisoria dell'indagine interna avviata da Facebook dopo aver scoperto l'attacco hacker, a fine settembre.
A sferrare l'attacco è un gruppo di spammer attivi su Facebook e Instagram, che si presenta come una società di marketing digitale. La sua attività - scrive il quotidiano citando fonti a conoscenza dei fatti - era precedentemente nota al team di sicurezza di Facebook.