L'azienda, però, prende tempo rispetto al proprio ingresso in borsa, già ventilato nel 2017
SAN FRANCISCO - All’inizio si trattava di materassi gonfiabili e colazione. Nel frattempo, però, Airbnb si è trasformata in un’azienda dal fatturato miliardario che fa concorrenza agli hotel strizzando l'occhio al settore del lusso. A dieci anni dalla sua nascita, tuttavia, la società non registra solo successi. Si trova infatti di fronte a sfide cruciali.
“Dimenticate gli hotel”, suggeriva sicura di sé già dall’inizio la piattaforma per le stanze e gli appartamenti di vacanza. Allora, però, pochi prevedevano l’impatto che Airbnb avrebbe avuto sul settore alberghiero. Nel frattempo, l'azienda con base a San Francisco è cresciuta velocemente ed è diventata la start-up di maggior valore a livello mondiale. Oggi, Airbnb viene valutata dagli investitori a 31 miliardi di dollari (30,9 miliardi di franchi) e ha le potenzialità per diventare uno dei più grandi ingressi in borsa della storia.
Brian Chesky, uno dei fondatori, assicura però di non avere fretta: «Lasciate che ve lo dica chiaramente: il 2018 non sarà l’anno della nostra quotazione in borsa», affermava in febbraio benché, l'anno prima, avesse parlato di un «progetto biennale» in tal senso. E il miliardario 36enne ha le sue buone ragioni per prendere tempo.
Anche se Airbnb - a differenza di Uber - non è stata finora oggetto di grossi scandali, la piattaforma costituisce il bersaglio di critiche e malcontento in giro per il mondo. Da tempo la sua ascesa è accompagnata da lamentele riguardo agli utenti commerciali e a quelli poco riguardosi degli ospiti. Airbnb è accusata inoltre di non promuovere l’incremento degli alloggi accessibili alle persone con mobilità limitata. Le autorità, infine, lamentano gli scarsi introiti fiscali provenienti dall’azienda.