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UNIONE EUROPEAQuantitative easing, estensione non necessaria

08.02.18 - 15:53
Lo sostiene il banchiere centrale tedesco Jens Weidmann
Keystone / EPA DPA
Quantitative easing, estensione non necessaria
Lo sostiene il banchiere centrale tedesco Jens Weidmann

FRANCOFORTE - Se le aspettative sul prodotto interno lordo (Pil) venissero confermate, la Banca centrale europea (Bce) non dovrebbe estendere gli acquisti oltre quanto previsto. È quanto sostiene il banchiere centrale tedesco Jens Weidmann parlando a Francoforte a un convegno sul tema delle "Politiche monetarie ed economiche sulle due sponde dell'Atlantico".

Se l'economia continua a crescere secondo le attese, «non sembra necessario estendere l'entità degli acquisti oltre quanto annunciato», afferma il presidente della Bundsbank nel suo intervento. «Le prospettive economiche favorevoli fanno supporre che le aspettative per una crescita dei salari e le pressioni sui prezzi aumenteranno gradualmente in linea con il percorso di stabilità dei prezzi del consiglio direttivo», ha spiegato.

Nel suo intervento Weidmann ha poi "bacchettato" i paesi con un alto debito pubblico: con il rialzo dei tassi di interesse potrebbe diventare «un peso». «La Commissione europea per quest'anno e per il prossimo di fatto non si aspetta miglioramenti dei bilanci strutturali» dei paesi membri, ha indicato spiegando anche che «c'è il rischio che gli attuali bassi tassi di interesse possano far apparire le finanze pubbliche in un aspetto migliore di quanto in realtà siano. Gli alti debiti possono diventare un peso quando i tassi di interesse torneranno a salire».

Da qui il monito del presidente della Bundesbank: «Nell'unione monetaria europea la disciplina fiscale è assolutamente essenziale«. E conclude: «L'impostazione dell'unione monetaria può ulteriormente aggravare la tendenza dei governi a finanziare la loro spesa con il debito, visto che le conseguenze delle cattive politiche economiche possono facilmente essere esternalizzate sui paesi vicini».

Parlando inoltre del recente apprezzamento dell'euro Weidmann ha poi escluso che «possa mettere a rischio» la ripresa.

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