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REGNO UNITOAlle Bermuda 30 miliardi di dollari di Google

31.01.16 - 14:28
Dossier fiscale di Google, l'accusa al Regno Unito: "Londra ha fatto pressioni all'Ue per togliere dalla lista nera dei paradisi fiscali le Bermuda, territorio d'oltremare britannico"
Giocatore di golf alle Bermuda
Alle Bermuda 30 miliardi di dollari di Google
Dossier fiscale di Google, l'accusa al Regno Unito: "Londra ha fatto pressioni all'Ue per togliere dalla lista nera dei paradisi fiscali le Bermuda, territorio d'oltremare britannico"

LONDRA - Il governo di David Cameron è ancora al centro della 'bufera' Google. Nuove accuse sono state lanciate dall'Observer, secondo cui Londra ha fatto pressioni in sede europea per togliere dalla 'lista nera' dei paradisi offshore le Bermuda, territorio d'oltremare britannico e considerato come la 'cassaforte' del colosso americano, che lì avrebbe depositato 30 miliardi di sterline derivanti da profitti non legati ad attività negli Usa.

Notizia che si aggiunge al controverso accordo fiscale fra l'agenzia delle entrate di sua maestà (Hmrc) e la società Usa, che fa emergere perfino crepe nell'esecutivo: il ministro per le Attività produttive, Sajid Javid, lo ha bollato come "momento non glorioso" per il governo.

E ha aggiunto che si è in questo modo diffuso un "senso di ingiustizia" e l'idea che le multinazionali ricevano in materia di tassazione un trattamento preferenziale. Solo una settimana fa il cancelliere dello Scacchiere George Osborne aveva definito l'accordo come "grande successo". Pare proprio che quella dichiarazione si sia rivelata come un 'boomerang' per il ministro del Tesoro, che per questo sta subendo attacchi da più parti, anche all'interno del suo partito.

Se i media britannici continuano a pubblicare articoli ed editoriali che criticano e mettono in discussione la gestione del dossier Google fra i cittadini cresce una certa indignazione: secondo alcuni sondaggi oltre l'80% non ha gradito l'accordo giudicato troppo generoso. Come se non bastasse, ora l'Observer parla di possibili favoritismi nei confronti del colosso Usa ben più compromettenti. In un documento inviato da Londra agli eurodeputati tory si chiede di opporsi alle sanzioni proposte contro le Bermuda, facendo insomma una vasta operazione di 'lobbying'.

Sempre secondo il giornale, domani Google dovrebbe annunciare di aver accumulato nelle banche delle isole un patrimonio da 30 miliardi di sterline. Di fronte a queste rivelazioni il cancelliere dello Scacchiere ombra, il laburista John McDonnell, ha accusato i conservatori di irresponsabilità in fatto di tasse. Non solo, ha pubblicato la sua dichiarazione dei redditi e sfidato Osborne a fare lo stesso, alimentando il sospetto sul ministro di essere punto di riferimento per il grande business.

Intanto per aggiungere altri motivi di indignazione, il Sunday Mirror pubblica in prima pagina la notizia che proprio Google ha un contratto con l'agenzia delle entrate britannica per fornire servizi informatici utilizzati nella riscossione delle tasse. E ci sono già deputati che chiedono a gran voce una inchiesta sui rapporti tra il governo e il colosso Usa. Dal canto suo, Google continua a respingere ogni accusa, affermando di aver rispettato le leggi e di aver concluso un accordo senza alcun favoritismo: rispettiamo le leggi del Regno Unito e paghiamo il 20% di corporate tax come tutti gli altri.

ats ansa

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