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GERMANIAVolkswagen trema. Sono 11 milioni i veicoli con il software "incriminato"

22.09.15 - 12:06
Lo scandalo affossa i titoli delle case automobilistiche in borsa. Aperte indagini in Corea del Sud e in Europa
Volkswagen trema. Sono 11 milioni i veicoli con il software "incriminato"
Lo scandalo affossa i titoli delle case automobilistiche in borsa. Aperte indagini in Corea del Sud e in Europa

BERLINO - Il software per la manipolazione dei gas di scarico è montato, secondo il gruppo Volkswagen, su numerosi veicoli diesel. In tutto il mondo sono ben undici milioni le vetture "incriminate". Ma il software in questione, afferma la casa automobilistica, non influenza né la guidabilità e nemmeno i consumi.

Volkswagen accantonerà 6,5 miliardi di euro nel terzo trimestre per coprire i probabili costi relativi alla vicenda delle emissione taroccate.

Lo scandalo Volkswagen sarà ora discusso al Bundestag tedesco giovedì prossimo. Il colosso dell'auto è oggetto di un'inchiesta negli Usa per violazione delle norme antismog. Un caso che sta scuotendo l'economia del Paese, provocando molto allarme sulle possibili conseguenze per l'industria tedesca. Il gigante delle automobili, solo ieri, ha perso quasi 13 miliardi di euro in Borsa e rischia una sanzione, negli Usa, di 18 miliardi di dollari.

Nuovo crollo in Borsa - Sul listino di Francoforte, anche oggi, le azioni ordinarie crollano lasciando sul campo il 20% a 106,8 euro. 

"Esaminiamo la questione molto sul serio" - "È prematuro dire se sia necessaria qualsiasi misura di sorveglianza specifica anche in Europa e se i veicoli Volkswagen venduti in Europa abbiano lo stesso difetto. Stiamo comunque prendendo in esame la questione molto sul serio. Siamo in contatto con l'azienda e l'Agenzia Usa per l'Ambiente (Epa)", ha affermato Lucia Caudet, portavoce della Commissione europea per il Mercato Interno. "Le autorità nazionali responsabili dell'omologazione del veicolo e delle prove sulle emissioni devono essere particolarmente vigili e rigorosi nell'esecuzione degli obblighi imposti ai produttori nazionali. Stiamo programmando un incontro per discutere la questione con loro, nel dettaglio".

"Per il bene dei nostri consumatori e dell'ambiente, abbiamo bisogno di avere la certezza che l'industria rispetti scrupolosamente i limiti sulle emissioni delle auto", ha affermato l'addetta stampa.

"La Commissione - prosegue la portavoce Ue - ha lavorato intensamente per sviluppare procedure efficaci circa i test delle emissioni dei veicoli. Attualmente le emissioni di ossidi di azoto (NOx) dei veicoli diesel misurate nell'uso su strada possono in realtà superare, senza alcun illecito, quelle misurate nei test di laboratorio. Per affrontare questa lacuna, la Commissione si è adoperata per sviluppare procedure sulle emissioni reali alla guida, (Real Drive Emission, Rde) che sostituiranno gli attuali test di laboratorio e valuteranno il livello delle emissioni dei veicoli sulle strade. La nuova procedura - conclude la portavoce - è stata adottata a maggio 2015 dal rispettivo comitato di regolamentazione (CTVM) ed entrerà in vigore entro 1 gennaio 2016".

"Abbiamo rovinato tutto" - "Siamo stati disonesti e abbiamo rovinato tutto". Con queste parole il manager americano di Volkswagen Michael Horn ha ammesso a sua volta pubblicamente che il colosso tedesco ha aggirato le regole antismog in Usa. Hor ha chiesto scusa ai clienti e agli enti addetti al controllo ambientale. Le dichiarazioni, di ieri sera a New York, sono riportate oggi da Spiegel on line. L'ad di Vw Martin Winterkorn si era già scusato due giorni fa.

"Posti di lavoro e brand 'made in Germany' a rischio" - Il capo dell'istituto economico tedesco Diw, Marcel Fratzscher, mette in guardia dalle ampie e gravi conseguenze dello scandalo che ha colpito il colosso automobilistico tedesco Volkswagen: e dalla Bild prevede perdite di posti di lavoro e possibili effetti sul made in Germany. Le multe che Vw dovrà pagare sono il meno, afferma. "Il danno all'immagine di Vw avrà gravi costi non solo sul mercato americano, ma anche a livello globale". "Con questo saranno messi a rischio posti di lavoro e molti fornitori in Germania", aggiunge. Per l'economista, il caso potrebbe penalizzare anche la macchina dell'export tedesco, dal momento che "Vw era finora un'insegna per i prodotti 'Made in Germany'". I danni vanno arginati al più presto, conclude, per Vw e per l'economia tedesca.

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