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GERMANIAGunter Grass, nuove critiche a Israele: "Potenza nucleare incontrollata"

14.10.12 - 16:56
Secondo lo scrittore tedesco e premio Nobel per la letteratura il paese ebraico è una "forza di occupazione"
Foto d'archivio (Keystone)
Gunter Grass, nuove critiche a Israele: "Potenza nucleare incontrollata"
Secondo lo scrittore tedesco e premio Nobel per la letteratura il paese ebraico è una "forza di occupazione"

AMBURGO - Israele è una "potenza nucleare incontrollata": lo ha detto il Nobel per la letteratura, Gunter Grass, secondo il quale il Paese è una "forza di occupazione". Grass, che ha parlato a una radio tedesca, è stato dichiarato 'persona non gradita' in Israele dopo i suoi attacchi al paese della scorsa primavera.

"Israele è una potenza nucleare incontrollata", ha detto il premio Nobel alla radio pubblica Ndr. "Numerose risoluzioni delle Nazioni unite non hanno avuto effetto. Israele è una forza d'occupazione e per anni ha rubato terre, ha sfrattato i residenti e li ha trattati come cittadini di seconda classe. Esistono aspetti razzisti in Israele", ha proseguito.

"Questo mi rattrista - ha sottolineato -. E dovrebbe rattristare tutti gli amici di Israele, come rattrista molti israeliani. E si dovrebbe poterlo dire ad alta voce". Lo scrittore, che ha comunque precisato di continuare a ritenersi un "amico di Israele", si è poi difeso dall'accusa di antisemitismo: astenersi dal criticare questo Paese è "per me una nuova forma di antisemitismo", ha detto.

L'intervista, alla radio pubblica, segue la pubblicazione - il mese scorso - di una nuova raccolta di poesie, 'Effimeri', in cui il Nobel tedesco elogia un tecnico nucleare israeliano (Mordechai Vanunu) che ha rivelato i programmi nucleari del suo Paese. Nel volumetto, Grass elogia l'uomo come "un eroe dei nostri tempi" e un "esempio" da seguire.

E la pubblicazione, lo scorso aprile, della poesia - dal titolo 'Quel che va detto' - in cui Grass accusava Israele di essere una minaccia per la pace nel mondo. Parole, queste, che scatenarono una tempesta nei rapporti fra il premio Nobel e Israele, che lo bollò come 'persona non gradita' nel Paese.

 

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