Il Pentagono non sta certo a guardare. Ha in corso da anni piani di sviluppo per difesa nel cyberspazio, e ovviamente anche per l'attacco; ma è anche necessaria una legislazione che stabilisca nuovi standard per il settore privato che gestisce infrastrutture considerate sensibili. Con "cyber-strumenti", ha detto Panetta in un discorso in un museo militare a New York, i nemici degli Usa potrebbero causare "distruzioni e perdite di vite umane", facendo "deragliare treni passeggeri, o peggio, far deragliare treni passeggeri carichi di agenti chimici letali. Potrebbero contaminare le riserve idriche di grandi città, o interrompere la rete elettrica in ampie parti del Paese".
E in uno scenario di guerra totale, ha detto, "potrebbero essere lanciati attacchi multipli alle nostre infrastrutture, contemporaneamente ad attacchi fisici" e il risultato sarebbe "una cyber Pearl Harbor che... paralizzerebbe e scioccherebbe la Nazione, creando un nuovo, profondo senso di vulnerabilità".
Per proteggere il Paese, ha detto ancora, il Congresso deve approvare una legge sulla "cybersicurezza". Un disegno del genere è già stato sottoposto a Capitol Hill, ma ad agosto è stato bloccato da un gruppo di repubblicani, guidati dal senatore John Mc Cain, che hanno sostenuto la posizione della Camera di Commercio Usa secondo cui la nuova normativa sarebbe troppo onerosa per le aziende del settore privato.