L'escalation - innescata ieri dalla "esecuzione mirata" da parte dell'aviazione con la Stella di David dello sceicco Zuheir al-Kaisi, capo fazione dei Comitati di Resistenza popolare (Crp, una formazione oltranzista alleata di Hamas) - è proseguita oggi per tutta la giornata. E l'allerta è salita ancora al calar del buio, fra sirene d'allarme e boati di esplosioni.
In totale, da ieri, i miliziani dei Crp e della Jihad Islamica, decisi a vendicare la morte dello 'sceiccò, hanno scagliato verso Israele oltre 100 fra missili e proiettili di mortaio. Finiti in maggioranza su aree disabitate del Neghev, eccezion fatta per una trentina di Grad a medio raggio quasi tutti intercettati dal nuovo sistema sistema di difesa mobile Iron Dome in prossimità delle zone urbane di Beer Sheva, Ashdod e Ashqelon (a sud di Tel Aviv): centri nei quali domani le scuole resteranno chiuse a scopo precauzionale.
Lo Stato ebraico ha replicato con attacchi aerei a ondate, che hanno preso di mira postazioni di lancio e cellule di miliziani individuati come potenziali minacce. Tre persone sono state colpite a morte nel pomeriggio a bordo di due moto in fuga nel sud della Striscia, portando a una quindicina il numero dei palestinesi uccisi da ieri nella Striscia: in gran parte già identificati come esponenti dei Crp o della Jihad. Fra i feriti (una trentina) si contano tuttavia anche alcuni civili, incluso un reporter dell'agenzia Maan e sua moglie, incinta.