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AFGHANISTANLe ultime "ombre" americane rimaste all'aeroporto di Kabul

31.08.21 - 15:45
Lo scalo afghano appare oggi come una città abbandonata. Ed evoca un senso di fuga più che una partenza programmata.
AFP
Le ultime "ombre" americane rimaste all'aeroporto di Kabul
Lo scalo afghano appare oggi come una città abbandonata. Ed evoca un senso di fuga più che una partenza programmata.
L'ultimo C-17 delle forze militari statunitensi si è alzato in volo da Kabul poche ore fa, mettendo fine alla ventennale presenza americana nel Paese asiatico.

KABUL - Tutto riparte, in un certo senso, dall'aeroporto di Kabul. Poche ore dopo il decollo dell'ultimo C-17 americano - che ha scritto la parola fine dopo oltre due settimane di evacuazioni e vent'anni di presenza militare statunitense nel Paese asiatico -, lo scalo della capitale afghana appare oggi come una città abbandonata, animata solo dalle urla festanti delle milizie talebane che ne hanno assunto il controllo.

Un passaggio di consegne freddo. Perché altre opzioni sul tavolo non ce n'erano. Gli Stati Uniti che si voltano e lasciano il Paese da una parte, i talebani che annunciano a gran voce il nuovo corso «libero e sovrano» dell'Afghanistan dall'altra. Il tutto proprio in quell'aeroporto, che per una quindicina di giorni è stato - con gli occhi del mondo intero puntati su di sé - l'emblema e il crocevia della "crisi" innescata dal disordinato ritiro delle truppe a stelle e strisce.

Là dove fino a poco più di ventiquattro ore fa erano assiepate migliaia di persone in attesa del proprio "biglietto" per lasciare il Paese, oggi rimane il vuoto e "l'ombra" della ventennale presenza americana. Le immagini degli hangar, dove alloggiano i caccia A-29 delle forze aeronautiche afghane, si mostrano quest'oggi con i pavimenti disseminati di giubbotti, scarponcini militari, polverosi materassi, cuscini e rifiuti di vario tipo, dai sacchi di plastica srotolati alle bottigliette. Una cornice che sembra evocare un senso di fuga più che quello di una partenza programmata.

Una cornice che i talebani non hanno sprecato, utilizzandola invece per incastonare la "nuova pagina" del Paese asiatico. «L'America è stata sconfitta», ha ribadito, in piedi sulla pista dell'aeroporto di Kabul, il portavoce delle forze talebane Zabihullah Mujahid, proclamando la «sovranità dell'Emirato Islamico dell'Afghanistan».

 

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