L'India ha superato i 20 milioni di casi. E anche l'opposizione chiede il lockdown. Il cricket nel frattempo si ferma
Ashish Jha, decano della School of Public Health della Brown University: «La situazione sarà orribile per molte settimane a venire».
NUOVA DELHI - L'India ha oltrepassato nelle ultime ore la soglia dei 20 milioni di casi confermati di infezione da "nuovo" coronavirus. Poco più di un mese fa, eravamo all'inizio di aprile, quel numero era poco più della metà, ma ai ritmi attuali il Paese asiatico sta registrando circa due milioni di nomi a settimana nelle proprie statistiche.
Sebbene la curva abbia iniziato a mostrare un lieve rallentamento, facendosi un poco meno ripida, il timore degli esperti sanitari resta in crescita, soprattutto per le limitate capacità di testare e, di riflesso, di tracciare e isolare per tempo i nuovi casi. Ufficialmente, l'India in questo momento ha circa 3,5 milioni di casi attivi e ha registrato nelle ultime ore oltre 350'000 nuovi contagi. Ma queste cifre, stando alle stime degli esperti, potrebbero essere da cinque a dieci volte più basse di quelle effettive. Nel peggiore degli scenari quindi: 35 milioni di casi attivi.
«Settimane terribili in arrivo» nel migliore dei casi
Anche le previsioni sul possibile arrivo del "picco" proprio in questi giorni, visto come un punto di svolta in direzione di un miglioramento della situazione, non fanno l'unanimità tra gli esperti. Al contrario, c'è chi ha espresso preoccupazione anche in questo senso. È il caso del professor Ashish Jha, decano della School of Public Health della Brown University di Providence. «Ho tentato di metterli in guardia», ha dichiarato all'Associated Press, parlando dei colloqui avuti con le autorità indiane. A suo dire, anche se tutto da questo momento dovesse andare per il verso migliore, «la situazione sarà orribile per molte settimane a venire. E forse anche di più».
L'opposizione: «Un crimine contro l'India»
E così gli echi di richiesta di un lockdown su scala nazionale, evocati a più riprese dai componenti della task force anti-Covid del governo indiano, si riverberano ora anche dal fronte dell'opposizione. Rahul Gandhi, ex presidente del Congresso Nazionale Indiano, ha chiamato in causa il governo di Narendra Modi, «la cui inerzia - si legge in un post pubblicato su Twitter - sta uccidendo molte persone innocenti». «L'unico modo per fermare la diffusione del coronavirus è il lockdown totale», affiancato da misure di sostegno per i settori più deboli, prosegue Gandhi che parla di un vero e proprio «crimine commesso contro l'India».
Il governo non chiude, lo sport sì
«Voglio essere chiaro, il lockdown è diventato l'unica opzione possibile proprio a causa dell'assenza totale di una strategia da parte del governo indiano. Hanno permesso, anzi, hanno concretamente dato una mano al virus a raggiungere il punto in cui non esiste altra alternativa per fermarlo», ha incalzato il leader della forza d'opposizione sul social. Ma l'esecutivo del paese asiatico non sembra per il momento intenzionato a fare un passo indietro, temendo un nuovo e pesante contraccolpo economico. E mentre il governo Modi prende tempo a muoversi in contropiede è stato invece lo sport. Il Consiglio direttivo della Premier League indiana ha infatti decretato, al termine di una riunione d'emergenza, l'immediata sospensione e il rinvio della stagione. «Sono tempi difficili, soprattutto per l'India» e «non vogliamo scendere a compromessi sulla sicurezza dei giocatori, degli staff e di tutte le altre persone coinvolte. È fondamentale che il torneo sia sospeso e che tutti possano tornare dalle loro famiglie in questi difficili momenti».