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ITALIASe il coronavirus arriva alla Scala: «Il teatro vuoto? Faceva impressione»

27.10.20 - 11:47
Oltre alle rappresentazioni mutilate durante le misure, ora il nuovo Dcpm è un incubo pure per il teatro milanese
Keystone/Colombo
Se il coronavirus arriva alla Scala: «Il teatro vuoto? Faceva impressione»
Oltre alle rappresentazioni mutilate durante le misure, ora il nuovo Dcpm è un incubo pure per il teatro milanese
La testimonianza del corista Gérard Colombo, positivo e in quarantena: «Mascherina sul volto, fino a prima di iniziare a cantare»

MILANO - Anche la Scala di Milano si piega alla pandemia e sospende le sue attività: nove cantanti sono risultate positive al Covid e Ats ha messo in quarantena l'intero coro, di cui fa parte l’artista Gérard Colombo, sottoposto a tampone e in isolamento domiciliare.

Ansia e stanchezza sono i sentimenti che lo pervadono, culmine di due mesi di ripresa delle prove e di alcuni concerti straordinari non certo sereni e con modalità di lavoro del tutto inedite: «Un coro per sua natura è un organismo unico, in cui le voci individuali si devono annullare – spiega – per riuscirci bisogna sentire il respiro del tuo vicino, ma con le nuove norme non si può, quindi durante gli spettacoli mi sono ritrovato a dover lavorare molto su me stesso e meno sull’insieme e quindi a pensare più a me, come un solista». 

Un paradosso, certo, dal quale Colombo cerca di trarne qualcosa di positivo, tra tante difficoltà: «l’aspetto più sconcertante è l’assenza di pubblico in teatro entravano meno di un terzo degli spettatori abituali e questo si percepisce profondamente dal palcoscenico».

Per quel che riguarda la vita lavorativa quotidiana, ricominciata il 31 agosto, Colombo si è allineato al rigido protocollo della Scala: «prima della ripresa siamo stati tutti sottoposti a esami che sono stati ripetuti ogni quindici giorni. All’ingresso prova della temperatura, mascherina Ffp2 sempre indossata salvo i fiati e noi coristi solo nel momento del canto».

E se esibirsi è difficile, stare a casa lo anche di più: «Il mio lavoro mi manca molto», conferma, «soprattutto quello con la mia corale che dirigo con molta passione e che mi ha dato tante soddisfazioni».

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