Non si ferma l'effetto domino dopo l'esplosione. L'intero esecutivo potrebbe dimettersi già in giornata
BEIRUT - Non si ferma, a quasi una settimana dalla tragedia di Beirut, l'effetto "domino" sul governo libanese. Un quarto ministro - nel giro di 24 ore - sembra pronto ad annunciare le proprie dimissioni.
Ghazi Wasni, alla testa del ministero delle Finanze, ha parlato della sua decisione alla tv al-Jadid, sottolineando di aver già scritto la lettera di dimissioni ma di non averla ancora presentata al premier Hassan Diab.
Nelle scorse ore a lasciare la poltrona era stata la ministra di Giustizia Marie Claude Najm, preceduta a sua volta dalla ministra dell'Informazione Manal Abdel Samad e dal capo del ministero dell'Ambiente Damiano Kattar. Prima di loro, e prima della tragedia, si era già ritirato anche il ministro degli Esteri Nassif Hitti.
Il governo si dimette? - In altre parole, l'esecutivo libanese - pressato dalla rabbia della popolazione, che da giorni protesta nelle strade della capitale - si sta letteralmente sgretolando, sempre più vicino alla caduta. Tra lanci di pietre e slogan, il popolo sembra intenzionato a non cedere fino a quando l'élite politica, considerata corrotta e incompetente, non lascerà il suo posto.
E l'ora "x" potrebbe scattare proprio questo pomeriggio, al termine della riunione attualmente in corso presso il palazzo presidenziale.
I media locali rilanciano infatti con insistenza l'ipotesi di un esecutivo interamente dimissionario già oggi. E questo nonostante le dichiarazioni alla rete "mtv" del presidente del Parlamento, Nabih Berri, che ha parlato di governo in carica almeno fino a giovedì prossimo; giorno in cui l'Assemblea potrebbe votare la sfiducia, facendo così ricadere su di esso la responsabilità del disastro.