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SOMALIAAllarme locuste, la Somalia dichiara lo stato d'emergenza

02.02.20 - 17:08
Alla guerra si aggiunge dunque la fame
keystone-sda.ch / STF (Ben Curtis)
Allarme locuste, la Somalia dichiara lo stato d'emergenza
Alla guerra si aggiunge dunque la fame

MOGADISCIO - La Somalia ha dichiarato lo stato di emergenza per far fronte all'invasione di locuste. Il temuto annuncio è arrivato oggi dal ministero dell'Agricoltura di Mogadiscio. L'invasione, legata agli sbalzi meteorologici connessi al riscaldamento climatico, minaccia tutto il Corno d'Africa.

In Somalia il fenomeno si somma crudelmente ad anni di conflitto, con zone minacciate dall'altro flagello che colpisce sotto il nome di al-Shabaab.

Il ministro dell'Agricoltura ugandese, Aggrey Bagiire, ha segnalato che la situazione è fuori controllo e gli interventi antiparassitari sono difficili nel confinante Kenya, proprio a causa dei problemi di sicurezza sulla frontiera della Somalia e per i frequenti assalti dei terroristi islamici.

Alla guerra si aggiunge dunque la fame, perché uno sciame di locuste, secondo un foglio informativo della Fao, potrebbe consumare in un solo giorno la stessa quantità di cibo della metà della popolazione della Francia. Uno sciame di un chilometro quadrato comprende circa 40 milioni di locuste e l'Organizzazione dell'Onu per l'alimentazione e l'agricoltura ha chiesto di recente al mondo 70 milioni di dollari di aiuti per combattere con pesticidi l'invasione degli insetti in Etiopia, Somalia e Kenya.

"La velocità della diffusione dei parassiti e la dimensione delle infestazioni sono così oltre la norma che hanno portato al limite le capacità delle autorità locali e nazionali", afferma la Fao. Gli sciami si sono diffusi dallo Yemen attraverso il Mar Rosso e le forti piogge alla fine del 2019 hanno creato le condizioni ideali per far prosperare i parassiti.

Ma le cattive notizie non finiscono qui, perché il problema potrebbe peggiorare. Oltre al crescente numero in Africa orientale, infatti, le locuste si sono riprodotte anche in India, Iran e Pakistan, e in primavera potrebbero trasformarsi in nuovi sciami.
 
 

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