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LIBANOCarlos Ghosn non potrà lasciare il Libano

09.01.20 - 12:05
È l'esito della convocazione dell'ex manager di Nissan-Renault-Mitusbishi. Ora, rischia anche di essere incriminato per essersi recato in Israele 12 anni fa
keystone-sda.ch / STF (FRANCK ROBICHON)
Carlos Ghosn non potrà lasciare il Libano: lo ha deciso la procura di Beirut.
Carlos Ghosn non potrà lasciare il Libano: lo ha deciso la procura di Beirut.
Carlos Ghosn non potrà lasciare il Libano
È l'esito della convocazione dell'ex manager di Nissan-Renault-Mitusbishi. Ora, rischia anche di essere incriminato per essersi recato in Israele 12 anni fa

BEIRUT - L'ex patron di Nissan-Renault-Mitusbishi, Carlos Ghosn, rifugiatosi in Libano dopo la sua evasione dal Giappone, è stato ascoltato stamani dalla procura di Beirut a seguito dell'invio da parte dell'Interpol di un mandato di cattura internazionale.

Lo riferiscono media libanesi, secondo cui la convocazione in procura per Ghosn è in linea con le procedure tradizionali e non comporta rischi per la sua estradizione. Il Libano, tra l'altro, non ha accordi di estradizione con le autorità nipponiche.

Divieto di viaggio - La prima conseguenza dell'incontro di questa mattina è stata l'emissione di un divieto di viaggio, come riferito da fonti giudiziarie. Per il momento la procura di Beirut non avrebbe preso altri provvedimenti che quello d'impedire a Ghosn di espatriare. Nello stesso tempo sarebbe stata inoltrata richiesta alle autorità nipponiche di ricevere l'intero dossier giudiziario relativo all'ex top manager automobilistico.

Ghosn non può ora lasciare il Libano ma ieri, nella sua prima apparizione pubblica da quando si era rifugiato a Beirut lo scorso 30 dicembre, aveva detto chiaramente che si sente ospite nel Paese e non intende lasciarlo.  

La vicenda - Ghosn era arrivato a Beirut lo scorso 30 dicembre, al termine di una rocambolesca fuga da Tokyo, dove da aprile era in libertà vigilata dopo esser stato arrestato con l'accusa di illeciti finanziari nel novembre del 2018.

Nella sua prima apparizione pubblica ieri a Beirut Ghosn ha dichiarato di essere vittima di un «complotto» ordito dalla Nissan «collusa» con la procura di Tokyo. Il governo e gli organi giudiziari giapponesi hanno respinto le accuse, criticando duramente le affermazioni del manager.

Ora rischia un'incriminazione per una visita in Israele - Ora Ghosn rischia inoltre un'incriminazione in Libano per essersi recato undici anni fa in Israele, paese con cui Beirut è in stato di belligeranza dalla metà del secolo scorso.

L'agenzia nazionale libanese Nna riferisce stamani che Ghosn è stato ascoltato oggi dal procuratore di Beirut, Ghassan Ouaydat, per due dossier distinti. Il primo è relativo alla richiesta dell'Interpol di un mandato di cattura internazionale in quanto Ghosn è fuggito dal Giappone dove era in stato di libertà vigilata e in attesa di un processo per illeciti finanziari. Su questo, la procura libanese ha oggi emesso un divieto di espatrio per Ghosn, che ora non può lasciare il Libano.

Il secondo dossier riguarda proprio la violazione da parte di Ghosn - che ha passaporti libanese, francese e brasiliano - di una legge del codice penale libanese e di una del codice militare, che vietano ai cittadini libanesi di recarsi nel paese «nemico», ovvero in Israele.

Ghosn si era recato in Israele nel 2008 con passaporto francese in qualità di amministratore delegato di Renault. Nella sua conferenza stampa di ieri a Beirut, Ghosn ha detto di scusarsi con i libanesi se questi si sono sentiti offesi dalla sua visita.

Ma tre avvocati libanesi hanno chiesto l'apertura di un fascicolo contro Ghosn per la sua visita «illegale», in quanto cittadino libanese, in Israele nel 2008. Secondo esperti legali consultati dai media libanesi, il reato penale potrebbe essere caduto in prescrizione ma non quello militare.

Contro il ministro giapponese - Ghosn ha definito «ridicole» le dichiarazioni del ministro della giustizia giapponese Masako Mori, che in mattinata aveva a sua volta risposto alle accuse lanciate ieri dall'ex top manager sulla presunta collusione della procura di Tokyo con l'azienda automobilistica nipponica Nissan.

Ghosn lo ha fatto in una intervista televisiva rilasciata oggi a Beirut. Il ministro della giustizia stamani aveva affermato che «l'accusato Ghosn» ha rivolto delle «accuse inaccettabili» e ha presentato delle prove «non convincenti» della sua innocenza, ricordando che è un «fuggitivo» e un «fuorilegge».

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