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FRANCIA«Giustizia per Sarah Halimi»

06.01.20 - 18:16
La comunità ebraica ha manifestato in favore della 65enne che fu gettata dalla finestra da un vicino nel 2017. L'uomo, un forte consumatore di cannabis, è stato giudicato «penalmente irresponsabile»
Keystone
Place de La Republique invasa dai manifestanti.
Place de La Republique invasa dai manifestanti.
«Giustizia per Sarah Halimi»
La comunità ebraica ha manifestato in favore della 65enne che fu gettata dalla finestra da un vicino nel 2017. L'uomo, un forte consumatore di cannabis, è stato giudicato «penalmente irresponsabile»

PARIGI - Crescono le proteste della comunità ebraica in Francia - manifestazioni ieri a Parigi e Marsiglia - per chiedere "giustizia per Sarah" Halimi, la sessantacinquenne ebrea uccisa nel 2017 da Kobili Traoré, un vicino che le entrò in casa al grido di Allah Akbar e la gettò dalla finestra. Traoré, forte consumatore di cannabis, è stato giudicato «penalmente irresponsabile» dal tribunale lo scorso dicembre che lo ha di fatto sottratto a una dura condanna.

I giudici hanno ritenuto che Traoré fosse, al momento dei fatti, in preda a una «crisi di delirio». La comunità ebraica ha protestato fin da subito dopo l'annuncio dei giudici, così come le parti civili, che si sono ritrovate fra i manifestanti d'ieri a Place de la Republique. Ai piedi della statua al centro della piazza è stato deposto lo striscione «Sarah uccisa perché ebrea». Il fratello della vittima, dal palco, ha denunciato «le incoerenze e gli errori» dell'inchiesta sul «crimine religioso antisemita» di cui è stata vittima la sorella. Per la legale di Sarah Halimi, Muriel Ouaknine Melki, quella dei giudici parigini è stata «la decisione della vergogna». Lo scrittore Marek Halter ha messo in guardia contro un pronunciamento che potrebbe «introdurre una nuova giurisprudenza».

A fine dicembre, il rabbino capo di Francia, Haim Korsia, aveva diffuso una lettera aperta alla ministra della Giustizia, Nicole Belloubet, in cui esprimeva indignazione per il fatto che il colpevole «potesse sfuggire alla giustizia» con una decisione che rappresenta «un permesso di uccidere gli ebrei».

La Corte d'appello, dopo diverse perizie, ha preso atto lo scorso 19 dicembre dell'esistenza di «indizi sufficienti contro Kobili Traoré di aver volontariamente ucciso» la signora Halimi, con la circostanza aggravante dell'antisemitismo. Ma, al tempo stesso, lo ha dichiarato «irresponsabile penalmente a causa di un disturbo psichico o neuropsichico che aveva annullato il suo discernimento».

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