Abbandonando così l'accordo sul nucleare del 2015. Il parlamento iracheno: «Via gli Usa dall'Iraq». Lanciati 6 missili sulla Green Zone
TEHERAN/BAGHDAD - L'Iran ha confermato questa sera la sua intenzione di abbandonare in toto l'accordo sul nucleare sancito nel 2015. La decisione arriva in risposta all'attacco americano, voluto da Donald Trump, e che è costato la vita al generale maggiore Qassem Soleimani.
«L'Iran non rispetterà più nessuno dei limiti imposti dall'accordo e procederà in base alle sue esigenze», ha confermato la Tv di Stato. Il che significa che la possibilità di un arricchimento dell'uranio per scopi bellici non può essere esclusa. Sembrerebbero comunque aperti margini di dialogo a riguardo, se Washington rivedrà le sue posizioni.
In Iraq, invece, il parlamento ha chiesto l'espulsione di tutti i soldati americani presenti sul suolo nazionale - la mossa, anche questa non vincolante, e che lascia agli Stati Uniti un anno di tempo prima dell'abbandono effettivo - è particolarmente simbolica in quanto proposta da un primo ministro, Adel Abdul Mahdi, solitamente filo-americano.
La decisione ha portato l'esercito Usa a sospendere le operazioni contro l'Isis nella regione, così come tutte le attività di addestramento e formazione delle forze locali.
6 missili contro l'ambasciata americana a Baghdad - La super-fortificata Green Zone di Baghdad, che ospita diverse ambasciate straniere tra le quali anche quella statunitense, è stata questa sera bersaglio di un attacco con sei missili teleguidati di tipo Katyusha.
Come riportato dai media locali solo tre sono giunti a bersaglio, impattando non lontano dall'ambasciata Usa. Altri tre, invece, sarebbero caduti nel vicino quartiere di Jadriya. Stando a quanto riportato da Aljazeera, almeno sei persone sarebbero rimaste ferite.
Si tratta del secondo attacco consecutivo da venerdì.