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FRANCIABlack Friday: blitz contro il centro Amazon alle porte di Parigi

28.11.19 - 16:12
Militanti ecologisti hanno lasciato delle balle di fieno e formato una catena umana dinanzi allo stabilimento di Bretigny-sur-Orge
keystone-sda.ch/STF (Julio Cortez)
Black Friday: blitz contro il centro Amazon alle porte di Parigi
Militanti ecologisti hanno lasciato delle balle di fieno e formato una catena umana dinanzi allo stabilimento di Bretigny-sur-Orge

PARIGI - Blitz contro Amazon alle porte di Parigi: alla vigilia del contestato 'Black Friday', i militanti di diversi movimenti ecologisti hanno bloccato un centro di distribuzione del colosso Usa, per denunciare i danni all'ambiente causati dal consumismo sfrenato.

Secondo i cronisti presenti sul posto, tra i 50 e i 100 attivisti dei gruppi ANV-COP21 e Amis de la Terre hanno lasciato delle balle di fieno e formato una catena umana dinanzi allo stabilimento di Bretigny-sur-Orge. Nei giorni scorsi, gli attivisti di Extinction Rebellion, Youth for Climate o Attac, avevano annunciato azioni di protesta e disobbedienza civile. Tra gli slogan, 'Block Friday', o anche "Trasformiamo il Black Friday in un venerdì nero per Amazon".

Intanto, i deputati francesi della commissione per lo Sviluppo sostenibile hanno dato il proprio via libera al divieto del 'Black Friday', che a loro avviso inganna i consumatori, facendogli credere di poter beneficiare dei saldi anche al di fuori dei periodi regolamentati dalla legge. L'emendamento presentato da Delphine Batho verrà presentato in plenaria dal 9 dicembre e non si applicherà dunque alla giornata di domani.

L'obiettivo è inserire le promozioni del 'Black Friday' tra le "pratiche commerciali aggressive". Tra le motivazioni, vengono citati, tra l'altro, i "disastrosi effetti sull'ambiente" e la pubblicità ingannevole che lascerebbe supporre forti sconti quando invece, secondo uno studio realizzato in Francia da UFC-Que choisir, la riduzione media dei prezzi è "inferiore al 2%". Ieri,anche la ministra della Transizione ecologica, Elisabeth Borne, ha criticato la "frenesia dei consumi" legata a questa pratica promozionale importata dagli Usa.

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