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ITALIANato senza un orecchio, glielo rifanno con la stampante 3D

22.10.19 - 11:18
Così un ragazzino 13enne affetto da microtia ha potuto avere un nuovo padiglione auricolare, ricostruito a partire dalle sue cartilagini costali
Depositphotos (stockasso)
Nato senza un orecchio, glielo rifanno con la stampante 3D
Così un ragazzino 13enne affetto da microtia ha potuto avere un nuovo padiglione auricolare, ricostruito a partire dalle sue cartilagini costali

FIRENZE - All'ospedale Meyer di Firenze è stato ricostruito ex novo un orecchio a un bambino grazie alla stampa in 3D. Il paziente, 13enne, è affetto da microtia, malformazione congenita rara che colpisce 5 bambini su 10'000, nel suo caso bilaterale, e porta a un'assenza di sviluppo dell'orecchio esterno, il padiglione auricolare. Il chirurgo plastico partendo da cartilagini costali dello stesso bimbo ha dato ad esse la forma di orecchio grazie ai modelli stampati in 3D.

Il 13enne è nato senza entrambi i padiglioni auricolari a causa della microtia, la malformazione congenita che impedisce lo sviluppo dell'orecchio esterno. Questo intervento riguarda un orecchio ma, si apprende da fonti ospedaliere, nei prossimi mesi è previsto che possa essere fatta una seconda ricostruzione analoga.

Nell'intervento, spiega il Meyer, la forma esatta delle cartilagini del bambino con le quali ricostruire l'orecchio è stata acquisita mediante Tac, poi, grazie ad un software di ultima generazione, è stata stampata in 3D una copia delle cartilagini. Da questo modello tridimensionale si è potuta vedere al millimetro la porzione di cartilagini da prelevare. Inoltre, per definire con la massima precisione possibile che forma avrebbe avuto un orecchio "naturale" del bambino, è stato preso a modello un orecchio della sua mamma. Numerose le simulazioni fatte dai chirurghi prima di procedere all'intervento vero e proprio in sala operatoria.

Si tratta, sottolinea ancora l'ospedale, del primo intervento in Italia che si avvale della tecnologia 3D e col team di chirurghi dell'ospedale pediatrico fiorentino, guidati dal dottor Flavio Facchini, in sala erano presenti alcuni ingegneri del laboratorio T3Ddy, un'eccellenza che nasce dall'incontro fra Meyer e Dipartimento di Ingegneria Industriale dell'Università di Firenze che ha l'obiettivo di applicare tecnologie 3D altamente innovative nella pratica clinica.

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