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UNIONE EUROPEAL'Ue condanna l'azione turca: «Posizioni forti sull'export delle armi»

14.10.19 - 15:36
Il Consiglio affari esteri dell'Ue si è espresso in merito all'offensiva militare di Ankara nel nord est della Siria
keystone-sda.ch/ (SEDAT SUNA)
L'Ue condanna l'azione turca: «Posizioni forti sull'export delle armi»
Il Consiglio affari esteri dell'Ue si è espresso in merito all'offensiva militare di Ankara nel nord est della Siria

LUSSEMBURGO - «L'Ue condanna l'azione militare della Turchia che mina seriamente la stabilità e la sicurezza di tutta la regione».

È quanto si legge nel testo di conclusioni del Consiglio affari esteri dell'Ue sull'offensiva militare di Ankara nel nord est della Siria, in cui si sancisce anche «l'impegno degli Stati a posizioni nazionali forti rispetto alla politica di export delle armi». Inoltre nel documento si richiede un «incontro ministeriale della Coalizione internazionale contro Daesh».

Erdogan: «Andremo fino in fondo» - «Andremo fino in fondo. Siamo determinati. Finiremo quello che abbiamo iniziato». Lo ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, confermando l'intenzione di non interrompere l'offensiva contro i curdi.

La Turchia non controlla prigioni dell'Isis - «Nella zona sotto il nostro controllo» nel nord della Siria «non c'è neanche una prigione di Daesh (Isis). Quando ci siamo andati, abbiamo constatato che erano state svuotate dai terroristi dello Ypg. Abbiamo fotografie e video» che lo provano.

Lo ha sostenuto il ministro della Difesa turco, Hulusi Akar, negando le accuse curde secondo cui Ankara avrebbe favorito la fuga di miliziani jihadisti. Alcune delle immagini in questione sono state diffuse dai media turchi.

Nelle immagini girate dall'esercito turco e diffuse dalla Presidenza di Ankara ad alcuni media, tra cui l'agenzia italiana ANSA, si vede quello che secondo le autorità turche è un carcere di Tal Abyad, nel nord-est della Siria, dove «nelle scorse ore sono giunti» militari turchi impegnati nell'offensiva oltre confine, «aspettandosi di arrestare terroristi di Daesh».

Ankara accusa però «i terroristi del Pkk/Ypg di aver liberato i militanti di Daesh per cercare di scatenare il caos nell'area», visto che «un esame forense del sito ha rivelato che i detenuti non hanno distrutto alcuna porta» per fuggire.

Trump parla di «grandi sanzioni»... - «Grandi sanzioni» sulla Turchia in arrivo: lo twitta il presidente americano Donald Trump a proposito dell'offensiva delle forze di Ankara nel nord Siria. Il tycoon poi scrive: «Veramente c'è qualcuno che pensa che dovremmo andare in guerra con un membro della Nato come la Turchia? Basta alle guerre senza fine».

...e accusa i curdi - I curdi potrebbero rilasciare alcuni dei jihadisti catturati nella lotta all'Isis apposta, per fare pressione sugli Usa e coinvolgerli nel conflitto: lo scrive il presidente americano Donald Trump su Twitter.

Le prime attese per oggi - Gli Stati Uniti sono effettivamente pronti a varare una prima ondata di sanzioni contro la Turchia probabilmente già nelle prossime ore. Lo afferma una fonte dell'amministrazione Usa all'agenzia Bloomberg spiegando come le prime misure riguarderanno singole persone.

Intanto alla Casa Bianca è un susseguirsi di briefing e incontri tra i principali responsabili della sicurezza nazionale per mettere a punto la strategia da portare avanti nella crisi siriana.

La posizione russa - Gli attuali sviluppi in Siria non riflettono del tutto la posizione della Russia a favore del mantenimento dell'integrità territoriale del Paese. Lo ha detto il consigliere per gli Affari Esteri del Cremlino Yury Ushakov quando gli è stato chiesto, a margine dei colloqui tra Mosca e Riad, un commento sull'operazione turca in Siria.

In risposta alla domanda su cosa dovrebbe essere fatto al riguardo Ushakov ha risposto: «Qualcosa faremo, vediamo». Lo riporta Interfax.

L'appello iraniano - «La Turchia fermi gli attacchi contro i curdi nel nordest della Siria in nome dei propri interessi e quelli degli altri nella regione»: lo ha ribadito oggi il presidente iraniano Hassan Rohani. «Comprendiamo le preoccupazioni di Ankara, ma non possiamo accettarne il metodo, perché temiamo che la mossa non avrà buone conseguenze, e creerà molti problemi per il popolo siriano, i curdi e la regione», ha sottolineato Rohani, evidenziando che «l'unica soluzione possibile» è la presenza dell'esercito siriano nel nord del Paese.

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