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MAROCCO«Tutti in shorts», scatta il sostegno alle volontarie belghe

09.08.19 - 12:30
Il caso delle ragazze minacciate di morte in un paesino del Marocco aveva scandalizzato il web. Un gruppo di intellettuali, politici e scrittori: «Facciamogli vedere che non siamo tutti così»
«Tutti in shorts», scatta il sostegno alle volontarie belghe
Il caso delle ragazze minacciate di morte in un paesino del Marocco aveva scandalizzato il web. Un gruppo di intellettuali, politici e scrittori: «Facciamogli vedere che non siamo tutti così»

RABAT - "S(h)hortons les" con un gioco di parole che invita a reagire e suona come "Tutti in calzoncini corti", parte la mobilitazione via web a sostegno delle volontarie belghe aggredite dagli islamisti, perché «lavoravano in shorts». Un gruppo di intellettuali, politici, scrittori, attori e professionisti lancia sul web l'iniziativa di pubblicare foto in shorts sul profilo di Facebook. «Facciamoli fuori questi propagatori di odio, non diamo loro spazio, dimostriamo che il Marocco è ben altra cosa», scrivono.

«Noi marocchini, marocchini del mondo, turisti, uomini e donne amici del Marocco, neghiamo loro il diritto di parlare a nome di tutti».

La petizione è già virale; a migliaia i meme con Albert Einstein in short o giochi d'immagini e parole. La mobilitazione chiede le dimissioni del sentore Pjd che ha criticato l'iniziativa delle ragazze impegnate a costruire una strada in un paesino vicino Taroudant, nel Sud-est del Marocco. Chiede anche che il maestro che dalle pagine di Facebook ha chiesto la decapitazione delle volontarie sia perseguito dalla giustizia per apologia di terrorismo.

Sul profilo del senatore Ali El Asri, il parlamentare che ha sollevato il putiferio e che ora si firma come «membro del gruppo di amicizia Marocco-Belga», è comparso un comunicato di scuse e di presa di distanza «da ogni cattiva interpretazione delle mie intenzioni».

La ong belga per la quale prestano volontariato le ragazze, intanto, ha sospeso tutti i progetti di cooperazione in Marocco.

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