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BURKINA FASOAttacco a una chiesa, ucciso anche il pastore

29.04.19 - 20:08
Nell'assalto portato dai terroristi islamici a Silgadji sono morte sei persone: il religioso, i suoi due figli e tre fedeli
Keystone (archivio)
Attacco a una chiesa, ucciso anche il pastore
Nell'assalto portato dai terroristi islamici a Silgadji sono morte sei persone: il religioso, i suoi due figli e tre fedeli

OUAGADOUGOU - Il terrorismo islamico è tornato a colpire il Burkina Faso prendendo di nuovo di mira una chiesa e uccidendo un pastore protestante assieme a cinque fedeli nel nord del poverissimo Stato dell'Africa occidentale.

Il bilancio di sangue dell'attacco portato a Silgadji, nella provincia di Soum, è stato fornito da fonti ufficiali del governo. Secondo altre fonti raccolte dai media, la strage è stata compiuta verso mezzogiorno alla fine della messa della domenica da un gruppo di uomini armati arrivati a bordo di sette moto e poi fuggiti verso il Mali, il cui confine dista solo un centinaio di chilometri. Oltre al religioso, sono stati uccisi i suoi due figli e tre fedeli.

In serata non c'era ancora nessuna rivendicazione, né è chiara l'affiliazione del gruppo di fuoco. Il Mali comunque è un noto covo di terroristi islamici.

Il Burkina Faso, ex colonia francese chiamata un tempo Alto Volta, dal 2015 è alle prese con attacchi degli Ansaroul Islam, del Gruppo di sostegno all'islam e ai musulmani (Gsim, alleato di al-Qaida), dello Stato islamico nel Gran Sahara (Egis) e di altre formazioni jihadiste minori che hanno causato circa 350 vittime secondo un'accreditata stima.

Da gennaio lo stato d'emergenza è stato imposto in sei delle 13 regioni, la metà del Paese, e sempre quel mese il governo si era dovuto dimettere in seguito all'ondata di attacchi, uccisioni e rapimenti anche di stranieri. Fra questi spicca il sequestro e l'uccisione di un geologo canadese e il caso di Luca Tacchetto, l'architetto padovano sparito in Burkina a metà dicembre assieme alla compagna canadese.

Analisti hanno rilevato un tendenza ad attacchi mirati a dividere le comunità religiose di un Paese noto per la sua tolleranza. Il 5 aprile presso un villaggio della diocesi di Dori sempre nel nord, ma al confine con il Niger, c'era stato un attacco a una chiesa cattolica, come ha ricordato all'agenzia Fides il vescovo Laurent Dabiré: durante la celebrazione della Via Crucis alcuni uomini armati erano entrati nel tempio e, dopo aver separato gli uomini da donne e bambini, avevano ucciso quattro fedeli e poi avevano saccheggiato abitazioni.

Per ora è stata smentita dal vescovo invece la notizia che sia stato impiccato un parroco, Joel Yougbaré, scomparso nel nord del paese il 17 marzo.

La strategia dei jihadisti includerebbe anche la persecuzione di imam giudicati troppo tiepidi e in questa chiave viene letta l'uccisione di sei persone, tra cui cinque insegnanti, perpetrata venerdì scorso nella regione centro-orientale dl Koulpelogo.

È certa invece l'uccisione di un prete cattolico spagnolo, Antonio César Fernandez, avvenuta il 15 febbraio assieme a quattro doganieri nell'est e almeno un paio di rapimenti con rilascio di religiosi compiuti l'anno scorso.

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