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STATI UNITIGuantanamo, Trump silura il comandante del supercarcere

29.04.19 - 07:20
Il licenziamento è stato giustificato con «una perdita di fiducia nelle sue capacità di comando». Ma la motivazione non convince...
Keystone
Guantanamo, Trump silura il comandante del supercarcere
Il licenziamento è stato giustificato con «una perdita di fiducia nelle sue capacità di comando». Ma la motivazione non convince...

WASHINGTON - La purga di Trump arriva fino alla baia di Guantanamo, a Cuba. Il Pentagono ha infatti silurato il contrammiraglio John Ring, dallo scorso anno comandante del supercarcere più famoso al mondo, e divenuto un personaggio scomodo per aver più volte criticato lo stato di degrado del penitenziario che Barack Obama aveva promesso di chiudere e che invece Donald Trump vorrebbe tenere aperto e riempire di terroristi.

All'interno del famigerato e segretissimo Camp 7 di Guantanamo oggi si trovano ancora 40 detenuti sospettati di appartenere ad al Qaida, tra cui l'uomo considerato la mente degli attentati dell'11 settembre 2001, Khalid Shaikh Mohammed. Ma dal 2002, quando fu aperto dall'amministrazione guidata da George W.Bush, il supercarcere ha ospitato centinaia di sospetti terroristi, alcuni dei quali del tutto innocenti.

«Perdita di fiducia nelle sue capacità di comando», è la motivazione contenuta nello scarno comunicato con cui il Dipartimento alla difesa americano dà il benservito a Ring, una carriera impeccabile e piena di onorificenze alle spalle. Ma i motivi del licenziamento restano oscuri. Secondo una portavoce militare del Pentagono l'ammiraglio sarebbe stato oggetto di una indagine interna alla fine della quale è stato giudicato inadeguato all'incarico, assunto nell'aprile dell'anno scorso. «La maggior parte dei comandanti - afferma - completano il loro mandato con onore, ma quando non sono più all'altezza devono rispondere delle loro responsabilità», le dure parole dell'ufficiale.

Ma il sospetto di molti è che ai vertici dell'amministrazione Trump non siano andati giù alcuni viaggi dei media a Guantanamo, organizzati da Ring per mostrare le condizioni di vita nel supercarcere già in passato al centro di mille polemiche, quelle che avevano spinto Obama ad intraprendere un percorso che avrebbe portato alla chiusura del sito. Ma alla Casa Bianca e al Pentagono non sarebbe andata giù soprattutto la denuncia dell'ammiraglio che ha più volte chiesto l'intervento del governo per porre rimedio a una struttura che - disse - «cade a pezzi, si sta deteriorando rapidamente» e dove diventa sempre più impossibile dare a una popolazione carceraria sempre più anziana l'assistenza e le cure idonee, come tra l'altro ha messo in evidenza in questi giorni anche un'inchiesta del New York Times.

«Io sono il padrone di casa, non faccio leggi ma il mio compito è di garantire sicurezza e assistenza adeguata a queste persone», disse Ring alcune settimane fa lanciando un monito a Washington e lamentando la mancanza di risorse, anche in previsione dell'arrivo eventuale di nuovi prigionieri come sostenuto dallo stesso presidente Trump.

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