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SIRIAFeroci combattimenti nell'ultima roccaforte dell'Isis

10.02.19 - 17:06
Le forze filo-Usa a guida curda delle Forze democratiche siriane hanno lanciato ieri l'assalto finale alle ultime postazioni jihadiste
Keystone / AP
Feroci combattimenti nell'ultima roccaforte dell'Isis
Le forze filo-Usa a guida curda delle Forze democratiche siriane hanno lanciato ieri l'assalto finale alle ultime postazioni jihadiste

DAMASCO - Centinaia di miliziani dell'Isis asserragliati nell'ultimo bastione in Siria, nella provincia orientale di Dayr az Zor, si oppongono con ferocia all'avanzata delle forze filo-Usa, determinate a spazzare via lo Stato islamico dal Paese.

L'offensiva, in un fazzoletto di terra di pochi chilometri quadrati, è scattata ieri: in azione ci sono le Forze democratiche siriane (Sdf), le unità curdo-arabe addestrate e armate dagli statunitensi. Sul campo sono schierati anche numerosi militari americani. L'obiettivo è la conquista del villaggio di Baghouz Al-Fawqani, a due passi dal confine con l'Iraq.

Si tratta di un'area di circa 4 kmq: nel 2014, quando Abu Bakr al Baghdadi si autoproclamò leader del 'Califfato' a Mosul, l'Isis dominava in Iraq e Siria territori grandi quanto la Gran Bretagna, ponendo sotto il proprio giogo oltre 7,5 milioni di persone. Nel villaggio ci sarebbero non meno di 600 jihadisti, «quelli più addestrati» e «in gran parte stranieri», pronti a tutto pur di scampare a una fine già scritta.

«La battaglia è in corso, il terreno è frastagliato di mine», ha riferito il direttore dell'Osservatorio siriano per i diritti umani (Ondus). Le forze curdo-arabe confermano e sottolineano che accanto a questa minaccia c'è quella dei micidiali tunnel, che garantiscono riparo e capacità di movimento entro le linee ai jihadisti.

I miliziani sono poi armati di razzi a tracciamento di calore, con i quali colpiscono i mezzi avversari, e non mancano le sortite, come quella della notte scorsa contro il secondo campo petrolifero più grande della Siria, quello di al-Omar, riferisce l'Ondus citando proprie fonti. Per respingere l'attacco, che sarebbe costato la vita ad almeno 10 jihadisti, sono dovuti entrare in azione i caccia della Coalizione internazionale.

Ma, stando alle fonti, alcuni comandanti dell'Isis avrebbero aperto una trattativa per ottenere un corridoio sicuro per uscire dal villaggio assediato. Alcuni sarebbero riusciti, consegnandosi alle Sdf o alle forze filo-Iran non lontane. Tra loro, scrive l'Ondus, almeno 16 persone - 4 donne - di nazionalità uzbeka e russa.

Nei giorni scorsi, si è ipotizzato che sul piatto delle trattative l'Isis abbia messo anche il rilascio del gesuita italiano Paolo Dall'Oglio, del britannico John Cantlie e di un'infermiera neozelandese della Croce Rossa internazionale. Per ora non c'è alcuna conferma, l'unica cosa certa è che a Baghouz la battaglia prosegue.

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