E intanto è bufera sui diplomatici, Guaidò: «Restate tutti» e intanto Maduro: «Il popolo agguerrito e combattente si mobiliti»
CARACAS - Un intervento militare degli Stati Uniti in Venezuela avrebbe conseguenze «catastrofiche». Lo ha detto il vice ministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov.
«Li stiamo mettendo in guardia dal farlo, riteniamo che sarebbe uno scenario catastrofico scuotere le fondamenta del modello di sviluppo della regione dell'America Latina», ha detto Ryabkov alla rivista International Affairs - ripresa da Interfax - quando gli è stato chiesto se sia possibile che gli Stati Uniti interferiranno militarmente in Venezuela.
Per Mosca l'azione dell'opposizione è illegale - Russia ritiene che il tentativo da parte dell'opposizione venezuelana di usurpare il potere sia illegale. Lo ha detto ai giornalisti il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. «Riteniamo che il tentativo di usurpare il potere in Venezuela sia illegale e violi le basi e i principi del diritto internazionale», ha detto Peskov, citato dalla Tass.
Per il momento, il Venezuela non ha richiesto l'assistenza della Russia. «Non ci sono state richieste di questo tipo finora», ha detto il portavoce del Cremlino quando gli è stato chiesto se Mosca stava prendendo in considerazione qualsiasi possibilità di fornire assistenza al Venezuela.
«Verso un bagno di sangue» - L'autoproclamazione di Juan Guaidò è «una strada diretta verso l'illegalità e un bagno di sangue»: così un comunicato del ministero degli Esteri russo. Lo riferisce la Bbc. «Solo i venezuelani hanno il diritto di determinare il proprio futuro».
«Una interferenza dall'esterno, in particolare in questo momento, è inaccettabile».
La Cina: «Non si interferisca» - La Cina invita gli Usa a non interferire con l'attuale situazione del Venezuela, opponendosi a ogni intervento esterno nel Paese sudamericano.
«Tutte le parti coinvolte dovrebbero restare razionali ed equilibrate», ha detto la portavoce del ministero degli Esteri, Hua Chunying, secondo cui la priorità dovrebbe essere la ricerca di «una soluzione politica sulla questione venezuelana con il dialogo pacifico all'interno della cornice della Costituzione del Venezuela».
Après l’élection illégitime de Nicolás Maduro en mai 2018, l’Europe soutient la restauration de la démocratie. Je salue le courage des centaines de milliers de Vénézuéliens qui marchent pour leur liberté.
— Emmanuel Macron (@EmmanuelMacron) January 24, 2019
Macron: «L'Europa con Guaidò» - «Rendo omaggio alle centinaia di migliaia di venezuelani che marciano per la loro libertà» ha scritto oggi su Twitter il presidente francese Emmanuel Macron dopo che Juan Guaido, leader dell'opposizione in Venezuela, si è autoproclamato presidente ad interim del Paese.
«Dopo l'elezione illegittima di Nicolas Maduro nel maggio 2018 - continua Macron - l'Europa sostiene il ritorno della democrazia».
Guaidò: «I diplomatici restino» - Il presidente ad interim del Venezuela, Juan Guaidó, ha chiesto alle missioni diplomatiche presenti a Caracas di restare nel paese sudamericano. Il leader del governo Nicolas Maduro chiama invece alla mobilitazione.
«In virtù dei poteri conferitimi dalla Costituzione, comunico a tutti i capi delle missioni diplomatiche e al loro personale accreditato in Venezuela che lo stato venezuelano desidera fortemente mantenere la loro presenza diplomatica nel nostro Paese», ha detto ieri sera Guaidó attraverso una nota pubblicata su Twitter.
Il comunicato arriva in risposta all'ultimatum dato agli Usa dal leader del governo, Nicolas Maduro, che ieri ha concesso 72 ore ai diplomatici americani perché lascino il Paese.
Maduro: «Popolo in allerta» - Il popolo «agguerrito e combattente» rimanga in allerta, pronto alla mobilitazione per difendere la patria. Ha scritto ieri su Twitter Maduro dopo l'autoproclamazione del leader dell'opposizione. «Nessun colpo di stato, nessun interventismo - conclude Maduro - il Venezuela vuole la pace».
Sempre sullo stesso social, il ministro della Difesa venezuelano, generale Vladimir Padrino Lopez, ha dichiarato che le Forze Armate del suo Paese «non accettano un presidente imposto da oscuri interessi o che si è autoproclamato a margine della legge», confermando il suo appoggio a Nicolas Maduro.
14 morti nelle manifestazioni - Gli scontri tra le forze dell'ordine e i cittadini che manifestano contro il governo di Nicolás Maduro hanno causato 16 morti, secondo la Commissione interamericana dei diritti umani (Iachr). In precedenza altre fonti avevano parlato di 14 morti. Lo riferisce El Pais.
Il direttore del Forum criminale venezuelano, Gonzalo Himiob, ha inoltre aggiornato anche il bilancio delle persone fermate, dichiarando che 278 persone sono state arrestate dallo scorso lunedì.
Messico e Uruguay: «La soluzione sia politica» - Di fronte alla gravità della situazione in Venezuela, Messico e Uruguay hanno invitato «le parti coinvolte, sia all'interno che all'esterno, a ridurre le tensioni ed evitare una escalation della violenza e propongono un nuovo processo di negoziato inclusivo e credibile».
L'iniziativa è stata formalizzata in un comunicato stampa diffuso ieri sera a Montevideo dai due Paesi che sostengono di essere impegnati nel monitoraggio "puntuale" degli avvenimenti nella Repubblica bolivariana di Venezuela. Messico e Uruguay hanno ufficialmente appoggiato Maduro.
La proposta di mediazione, si precisa nel comunicato, mira a «ridurre le tensioni ed evitare una escalation della violenza che possa aggravare la situazione».
«In conformità con i principi del diritto internazionale», Montevideo e Città del Messico propongono «un nuovo processo negoziale inclusivo e credibile, con pieno rispetto dello Stato di diritto e dei diritti umani».
Nel documento si sostiene poi che «i governi uruguaiano e messicano, in sintonia con le dichiarazioni dell'Organizzazione delle Nazioni Unite e dell'Unione europea, così come dei governi di Spagna e Portogallo, manifestano il loro completo appoggio, impegno e disposizione per lavorare insieme in favore della stabilità, il benessere e la pace del popolo venezuelano».