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REGNO UNITOAssange prepara un'azione legale contro gli Usa

23.01.19 - 16:59
Il fondatore di Wikileaks vuole cercare di obbligare l'amministrazione Trump a svelare l'esistenza di una possibile inchiesta segreta contro di lui con accuse di fantomatico spionaggio
Assange prepara un'azione legale contro gli Usa
Il fondatore di Wikileaks vuole cercare di obbligare l'amministrazione Trump a svelare l'esistenza di una possibile inchiesta segreta contro di lui con accuse di fantomatico spionaggio

LONDRA - Il fondatore di Wikileaks, Julian Assange, rifugiato dal 2012 nell'ambasciata dell'Ecuador a Londra, ha preparato un'azione legale da presentare negli Usa per cercare di obbligare l'amministrazione Trump a svelare l'esistenza di una possibile inchiesta segreta contro di lui con accuse di fantomatico spionaggio. Lo scrive il Guardian online.

La procedura "d'urgenza" risulta essere stata già depositata dagli avvocati dell'attivista australiano - fra cui spicca il nome del celebre ex procuratore spagnolo anti corruzione Baltasar Garzon - presso l'Inter-American Commission of Human Rights (Iachr), organizzazione con sede a Washington a cui spetterebbe poi mettere sotto pressione la Casa Bianca.

Assange è inseguito tuttora da un mandato di cattura britannico per non essersi presentato quasi 7 anni fa di fronte alla giustizia del Regno, che avrebbe dovuto interrogarlo su mandato della procura di Stoccolma per un controverso caso di presunte molestie sessuali nel frattempo archiviato dalla stessa magistratura svedese.

Ma in realtà egli sospetta che Londra lo attenda al varco soltanto per consegnarlo agli Usa, furiosi con lui fin dalla pubblicazione di una montagna di documenti segreti imbarazzanti per Washington diffusi Wikileaks a partire dal 2010 attraverso alcuni dei giornali più autorevoli del modo.

L'attivista australiano - tirato in ballo più di recente oltre oceano anche per presunti collegamenti con il cosiddetto Russiagate, ripetutamente smentiti - ha ottenuto da Quito, al tempo della leadership di Evo Morales, il formale riconoscimento dell'asilo politico, la cittadinanza e persino lo status di diplomatico ecuadoriano.

La sua posizione s'è fatta tuttavia precaria dopo l'ascesa alla presidenza di Lenin Moreno, molto più sensibile alle pressioni americane e britanniche.

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