Il tema dell'uguaglianza e della parità di genere è da tempo ribadito nell'agenda degli incontri internazionali. Ma i fatti dicono altro: solo May era presente nella "foto di famiglia"
BUENOS AIRES - Il tema dell'uguaglianza e della parità di genere è da tempo ribadito nell'agenda degli incontri internazionali. Ma nei fatti, e nel G20 di Buenos Aires, è platealmente naufragato. Con un'immagine plastica, quella della foto di famiglia del vertice, dove tra i leader compare una sola donna, la premier britannica Theresa May.
A dire il vero c'era anche Christine Lagarde. Ma non nella veste di capo di Stato o di governo ma nel suo ruolo di direttore esecutivo dell'Fmi. A lasciare sola May c'è stato un imprevisto, il ritardo di Angela Merkel in ritardo per un guasto al suo aereo. Ma se anche lei avesse fatto in tempo ad arrivare per la foto ricordo, il rapporto tra i leader uomini e donne sarebbe comunque stato di 18 a 2.
Gli 'anni d'oro', si fa per dire, della presenza femminile al tavolo dei G20 sono stati il 2012 ed il 2013 con 5 donne, fra cui l'argentina Cristina Fernandez de Kirchner e la brasiliana Dilma Rousseff. Lo scorso anno ad Amburgo la foto ne immortalò solo tre: Merkel, May e la norvegese Erna Solberg.
Alludendo alla foto di famiglia del 2018, in un incontro con il ministro delle Finanze argentino Nicolás Dujovne, Lagarde ha osservato sorridendo: «Vedo che siete a corto di donne!».
Ma Lucia Cirmi, ricercatrice del Conicet (Cnr italiano) di Buenos Aires, ha preso la cosa sul serio sottolineando che «dal G20 abbiamo due foto: una dei leader, praticamente tutti uomini, che prendono decisioni che influiscono anche sull'altra metà del genere, e una seconda delle first lady che non sono state elette ma che discutono accademicamente di parità fra i sessi».
I media accreditati al G20 in cerca di gossip si sono intanto concentrati sul programma delle signore, dominato dalla sfida nello stile e nello charme tra Melania Trump e Juliana Macri: «È stata una guerra fra due donne splendide, a colpi di sorrisi e di abiti disegnati da noti stilisti - ha rilevato un cronista locale - che ha lasciato un po' in secondo piano altre first lady di rango, come Brigitte Macron o Sophie Grégoire Trudeau, pure seguite spesso dai media occidentali».