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TURCHIA«L'omicidio di Khashoggi? È stato deciso dalle alte sfere saudite»

03.11.18 - 20:53
A trenta giorni dal delitto il presidente turco Recep Erdogan affida il suo j'accuse alle colonne del Washington Post
Keystone
«L'omicidio di Khashoggi? È stato deciso dalle alte sfere saudite»
A trenta giorni dal delitto il presidente turco Recep Erdogan affida il suo j'accuse alle colonne del Washington Post

ANKARA - «L'ordine di uccidere Khashoggi è arrivato dai più alti livelli del governo saudita». Per l'attacco più duro e più diretto, Recep Tayyip Erdogan ha atteso un mese dall'omicidio del reporter dissidente.

A trenta giorni dalla morte, il presidente turco affida il suo j'accuse alle colonne del Washington Post, le stesse da cui Jamal Khashoggi cercava di smascherare l'immagine di governante riformista cucitasi addosso in Occidente dal principe ereditario Mohammed bin Salman. E proprio il sovrano in pectore - pur mai citato - appare il vero obiettivo verso cui il Sultano punta il dito.

«Non ho creduto neppure per un secondo che il re Salman, il custode delle sante moschee, abbia ordinato di uccidere Khashoggi», mette in chiaro Erdogan, ribadendo che tra Ankara e Riad ci sono «rapporti amichevoli». Tuttavia, avverte, la «lunga amicizia» tra i due Paesi «non ci farà chiudere gli occhi davanti ad un omicidio premeditato» e «inspiegabile» nella sua efferatezza.

«L'Arabia Saudita ha ancora molte domande a cui dare una risposta sull'uccisione di Jamal Khashoggi», titola il commento a firma del leader turco, che sciorina tutte le questioni ancora aperte, più volte evocate nei suoi discorsi pubblici: dov'è il corpo del giornalista? Chi è il 'collaboratore locale' a cui i sauditi avrebbero affidato i resti dopo averlo fatto a pezzi? E soprattutto, chi ha dato l'ordine di ucciderlo?

«Il rifiuto del procuratore saudita di cooperare con l'indagine turca e di rispondere a semplici domande è molto frustrante», scrive ancora Erdogan. Poche ore prima era stato Yasin Aktay, tra i suoi più fidati consiglieri e stretto amico di Khashoggi, a suggerire una soluzione semi-ufficiale al mistero del corpo introvabile: i resti del giornalista sarebbero stati sciolti nell'acido. Ma «almeno», insiste il Sultano, avrebbe meritato una «degna sepoltura in linea con la tradizione islamica».

Dietro l'attacco c'è la frustrazione per la mancata collaborazione di Riad, che esclude anche l'estradizione dei 18 sospetti arrestati finora, tra cui - assicura ancora Erdogan - si nascondono i killer. I «burattinai», invece, si trovano nelle stanze del potere di Riad: non il re, ma sul principe neppure una parola.

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