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ITALIADenunciò un gruppo di pedofili 14 anni fa, fu uccisa. Arrestato il mandante

19.10.18 - 12:07
Francesco Tamarisco è ritenuto il mandante dell'assassinio della "madre coraggio", avvenuto il 26 marzo del 2004
Denunciò un gruppo di pedofili 14 anni fa, fu uccisa. Arrestato il mandante
Francesco Tamarisco è ritenuto il mandante dell'assassinio della "madre coraggio", avvenuto il 26 marzo del 2004

NAPOLI - «L'omicidio di Matilde Sorrentino, alla luce delle complessive emergenze investigative e probatorie, rappresentò l'epilogo tragico di una delle più gravi vicende criminali verificatesi sul territorio di Torre Annunziata (Napoli)». A sostenerlo è il procuratore della Repubblica di Torre Annunziata, Alessandro Pennasilico, che così commenta l'arresto di Francesco Tamarisco, ritenuto il mandante dell'assassinio della "madre coraggio", avvenuto il 26 marzo del 2004.

La vicenda è legata alla scoperta di un'organizzazione di pedofili attiva nel cosiddetto quartiere dei Poverelli, organizzazione venuta alla luce grazie alla denuncia di tre mamme, i cui figli erano caduti nella rete di questi pedofili.

Tra le donne che ebbero il coraggio di denunciare e fornire gli elementi utili agli inquirenti per risalire agli autori degli abusi, anche Matilde Sorrentino, le cui dichiarazioni vennero acquisite sia durante le indagini preliminari, sia nelle udienze celebrate al tribunale di Torre Annunziata.

Al termine di quel processo di primo grado, il 9 giugno 1999, vennero condannati con pene detentive 17 dei 19 imputati. Tra questi c'era anche Francesco Tamarisco, che poi fu assolto in appello.

«Nel corso delle recenti indagini a carico di Francesco Tamarisco, capo dell'omonimo gruppo criminale detto dei 'Nardill' - prosegue Alessandro Pennasilico - è stata complessivamente acquisita una cifra gravemente indiziaria tanto da ritenerlo il mandante e l'organizzatore dell'omicidio di Matilde Sorrentino».

«L'arrestato - precisa ancora il procuratore di Torre Annunziata - nutriva gravi ragioni di astio e di risentimento nei confronti della Sorrentino, in quanto la donna aveva osato denunciarlo».

Tra gli episodi di cronaca legati a quel periodo, anche i due omicidi, avvenuti a distanza di appena 12 ore tra il 26 e il 27 luglio 1999, di due soggetti ritenuti tra i partecipanti alle rete di pedofili svelata dalle indagini, Ciro Falanga e Pasquale Sansone, che nel frattempo erano stati rimessi in libertà per decorrenza dei termini di custodia cautelare, nonostante fossero stati condannati rispettivamente a 15 e 13 anni di reclusione.

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