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AUSTRALIAVoleva lavorare per Apple, hacker 16enne violò i sistemi per due anni

21.09.18 - 09:32
Il ragazzo si era dichiarato colpevole. Ora adulto sta affrontando un processo
Keystone
Voleva lavorare per Apple, hacker 16enne violò i sistemi per due anni
Il ragazzo si era dichiarato colpevole. Ora adulto sta affrontando un processo

SYDNEY - Un adolescente australiano che si è dichiarato colpevole di aver violato dei sistemi di Apple per due anni scaricando file protetti, «ha dimostrato un alto grado di abilità e di persistenza».

Lo ha detto il pubblico ministero davanti a un tribunale dei minori di Melbourne dove l'accusato, ora adulto, che al tempo dell'hackeraggio aveva 16 anni, deve rispondere a due capi di accusa e rischia fino a due anni di detenzione. Insieme con un amico di due anni più giovane «ha modificato e copiato una gran mole di dati sensibili, sia da un punto di vista di privacy che commerciale», ha aggiunto il pubblico ministero.

Secondo la difesa il giovane, che aveva detto alla polizia che «il suo sogno» era di lavorare per la Apple, ne ha penetrato l'elaboratore centrale spinto dalla «grande ammirazione per la compagnia». «A differenza di altri famigerati hacker, l'adolescente ha scelto deliberatamente di non cercare pubblicità per i suoi reati. Altri hanno cercato la fama, ma non lui», ha aggiunto. La sentenza è attesa il 27 settembre.

Il giovane, che è ben conosciuto nella comunità degli hacker ma non può essere identificato per la legge che protegge gli imputati minorenni, è accusato di aver penetrato l'elaboratore centrale del colosso tech da casa sua in un sobborgo di Melbourne. E di aver scaricato 90 gb di file sicuri e di aver acceduto a conti di clienti. Quando la Apple ha scoperto che qualcuno accedeva nella sua rete senza autorizzazione, la compagnia ha bloccato l'utente e si è rivolta all'Fbi, che ha poi contattato la polizia federale australiana.

Secondo l'accusa, il pirata informatico aveva sviluppato tunnel computerizzati e sistemi di bypass online che ne assicuravano l'anonimato e usava chiavi autorizzate per accedere inosservato. Poi parlava della sua attività con altri tramite WhatsApp, ma è stato colto in fallo quando la polizia ha perquisito la casa, trovando file di hacking e istruzioni nei computer.

La Apple dal canto suo ha assicurato che i dati personali dei clienti non sono stati compromessi. «In questo caso, le nostre squadre hanno prontamente scoperto l'accesso non autorizzato, lo hanno contenuto, e hanno riportato l'incidente alle forze dell'ordine», dichiara in un comunicato letto in corte.

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