Cerca e trova immobili

VENEZUELAIn fuga su una sedia a rotelle per cercare medicinali, la storia che commuove il mondo

21.09.18 - 08:43
Il drammatico viaggio di un figlio che ha trascinato per 500 km suo padre paraplegico e portarlo fino in Colombia per comprare cibo e medicine
France-Presse
In fuga su una sedia a rotelle per cercare medicinali, la storia che commuove il mondo
Il drammatico viaggio di un figlio che ha trascinato per 500 km suo padre paraplegico e portarlo fino in Colombia per comprare cibo e medicine

CARACAS - La situazione sociale in Venezuela non riesce a sbloccarsi. Il paese sta affrontando una crisi che dura ormai da anni e che non sembra avere una via di uscita. Arrivano immagini di supermercati vuoti dove è impossibile riuscire a trovare generi alimentari (vedi foto), foto di gente disperata, bambini seminudi per strada.  Ed ecco allora che arrivano storie drammatiche che fanno il giro del web e commuovono il mondo. Come quella che dell'agenzia France-Presse che ha raccontato l’esodo di  José Agustin Lopez, un 52enne paraplegico. Vive su una sedia a rotelle  da più di 13 anni a causa di un incidente stradale. Da settimane non riesce più a trovare nel suo Paese le medicine per curarsi.

Ed è qui che entra in scena suo figlio Alexis Jefferson, che per salvare il padre, ha deciso di trascinarlo - con la forza delle sue braccia - per ben 500 chilometri da San Cristobal, capitale dello stato di Tachira, fino a Bogotà. Obiettivo: arrivare nella capitale colombiana e riuscire a trovare le medicine e anche del cibo. Un percorso che in auto è possibile effettuare in qualche ora. Con la sedie a rotelle il viaggio è durato alcuni giorni. Fortunatamente lungo il tragitto hanno incontrato tante anime buone che hanno offerto loro cibo e ospitalità. Alexis ha solo 25 anni. Ha abbandonato momentaneamente gli studi in ingegneria per affrontare "il viaggio della speranza" assieme al padre. Nel filmato realizzato da France-Presse José Agustin ha raccontato che deve riuscire ad arrivare in Colombia per comprare i medicinali. «Oggi non c'è niente e nessuno che ti aiuta in Venezuela. Se fossi rimasto lì, penso che sarei morto. Quella di mio figlio è una vera prova d'amore».

Nel lungo viaggio le ruote della carrozzella sono purtroppo scoppiate mettendo a rischio il raggiungimento dell’obiettivo. Fortunatamente, dopo due giorni dal servizio dell’agenzia AFP, José Agustin e suo figlio sono stati presi in consegna da un’ambulanza e accompagnati fino al confine colombiano.

Secondo le stime delle Nazioni Unite dal 2014, a causa della crisi economica, almeno 2,3 milioni di venezuelani hanno lasciato il loro Paese e più di un milione è emigrato in Colombia.

Il Venezuela era una volta un paese ricchissimo. Aveva - e tuttora potrebbe avere - tutte i beni di prima necessità per vivere, eppure a causa di una cattiva gestione della classe politica di ieri e di oggi il paese è sprofondato nel baratro. Una situazione che lo scorso anno c’era stata descritta molto bene dal prete ticinese Don Angelo Treccani, cresciuto nel Malcantone, e che oggi fa il missionario a El Socorro, a sei ore di macchina da Caracas. «Qui  si muore perché mancano i farmaci più elementari. Lo stipendio medio di un operaio è al massimo di due dollari al giorno. Calcolate che una Coca-Cola costa mezzo dollaro e un chilo di zucchero un dollaro. Negli ultimi anni sono stato rapinato ben quattro volte sono in Venezuela dal 1983. È una terra che non riconosco più. L’emblema di come l’egoismo umano possa rovinare tutto».

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE