Salvini contro lo sbarco dei 117 a bordo della nave Diciotti, auspicato dal ministro maltese
ROMA - Per i 177 migranti a bordo della nave italiana Diciotti «l'unica soluzione finale è di sbarcarli a Lampedusa o in un porto italiano. Se l'Italia vuole ancora trattare questo caso come un #salvataggio, Lampedusa rimane il luogo più vicino di sicurezza secondo le convenzioni applicabili»: lo scrive il ministro degli interni maltese Michael Farrugia in un tweet indirizzato al vicepremier e ministro dell'interno Matteo Salvini e al ministro delle infrastrutture e dei trasporti Danilo Toninelli.
La Guardia costiera italiana «ha intercettato i #migranti all'interno del SAR maltese soltanto per impedir loro di entrare nelle acque italiane», aggiunge Farrugia.
I migranti ora a bordo della Diciotti sono stati recuperati «senza coordinamento con il competente RCC», il centro maltese, e «una intercettazione su una nave che esercita il suo diritto alla libertà di navigazione in alto mare non è considerata un salvataggio», scrive ancora il ministro degli interni maltese.
Giorni fa, La Valletta ha affermato che «L'Italia non ha appigli legali per chiedere» a Malta «di fornire un porto sicuro per questo ultimo caso».
Il ministro dell'Interno Matteo Salvini però minaccia di riportarli in Libia: «O l'Europa decide seriamente di aiutare l'Italia in concreto, a partire ad esempio dai 180 immigrati a bordo della nave Diciotti, oppure saremo costretti a fare quello che stroncherà definitivamente il business degli scafisti. E cioè riaccompagnare in un porto libico le persone recuperate in mare», ha tweettato poco fa.
Si tratterebbe però di una violazione della Convenzione di Ginevra che vieta i respingimenti e perché la Libia non è considerato porto sicuro.