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ARGENTINAZoo in stato d'abbandono e gli animali muoiono

25.07.18 - 22:00
Gli ambientalisti argentini sono sul piede di guerra per il degrado della struttura di Buenos Aires: «Ci sono topi e scarafaggi ovunque»
Archivio Keystone
Zoo in stato d'abbandono e gli animali muoiono
Gli ambientalisti argentini sono sul piede di guerra per il degrado della struttura di Buenos Aires: «Ci sono topi e scarafaggi ovunque»

BUENOS AIRES - Lo zoo di Buenos Aires, che alle sue origini nel 1875 fu pioniere in America latina e che ebbe una stagione di splendore all'inizio del secolo scorso, è attualmente in stato di abbandono e di allarme per l'improvvisa morte di una giraffa ed un rinoceronte femmina.

Gli ambientalisti argentini sono sul piede di guerra per il degrado di quello che oggi si chiama eufemisticamente 'Ecoparque', ma che è al centro di una invasione di topi e scarafaggi che letteralmente assediano i pochi animali rimasti.

In una denuncia penale presentata da Claudio Bertonatti, un ex direttore dello zoo, contro il governatore della capitale, Horacio Rodríguez Larreta, si sottolinea che la riduzione del personale specializzato e la mancanza di alimentazione hanno trasformato quello che era un gioiello in inferno per la sua residua popolazione animale.

Bertonatti ha rivelato ai media argentini che «poco tempo fa il recinto dei rinoceronti ha subito una inondazione. Di conseguenza una femmina, di nome Ruth, ha contratto una infezione che l'ha portata alla morte il 14 luglio». Pochi giorni prima, ha ancora detto, Shaki, una delle tre giraffe di cui dispone l''Ecoparque' e che era nata là nel 2000, ha sofferto uno scompenso generalizzato che l'ha uccisa.

Ma negli anni scorsi erano già deceduti vari altri animali a causa di disfunzioni nelle infrastrutture e nell'assistenza, fra cui un orso polare (Winner), una giraffa nata da pochi giorni e un leone marino.

Per anni gli argentini hanno visitato questo zoo, che si trova in una zona centrale di Buenos Aires su un'area di 18 ettari con un arredamento tipico delle ville romane. All'epoca del suo massimo splendore, fra il 1904 ed il 1920, il naturalista italiano Onelli riunì il meglio dell'esperienza europea, ed aveva triplicato i visitatori, portandoli dagli originari 140'000, a mezzo milione l'anno.

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