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ITALIAIncendi sul Vesuvio, 50% della superficie a fuoco. Usata acqua contaminata

21.06.18 - 15:41
È stato commissionato uno studio per preparare la fase di ripristino dopo l'immenso rogo dello scorso anno
Keystone
Incendi sul Vesuvio, 50% della superficie a fuoco. Usata acqua contaminata
È stato commissionato uno studio per preparare la fase di ripristino dopo l'immenso rogo dello scorso anno

NAPOLI - Il 50% della superficie forestale, pari a oltre 3'000 ettari, percorsa dal fuoco, circa 500 ettari di pinete mature di pino domestico e marittimo andati distrutti, nonché un notevole incremento dell'instabilità meccanica degli alberi e una ridotta fruibilità di percorsi naturalistici e turistici. Sono i dati emersi da uno studio voluto dal parco nazionale del Vesuvio dopo gli incendi che hanno interessato il vulcano lo scorso anno, studio commissionato al dipartimento di Agraria della Federico II.

«Era necessario - dichiara il presidente Agostino Casillo - uno studio scientifico dettagliato per verificare gli impatti del fuoco sulle diverse aree del parco e i relativi habitat naturali. Grazie alla convenzione, siglata tra ente e università, finanziata con risorse proprie, abbiamo investito i massimi esperti in materia che oggi hanno presentato i primi risultati dello studio che stanno approntando».

Sin dall'autunno successivo ai roghi, molti ricercatori del dipartimento di Scienze Agrarie della Federico II sono stati coinvolti nel progetto volto a ridurre i rischi connessi all'uso delle aree e dei percorsi turistici e al ripristino dei servizi eco sistemici, con un approccio interdisciplinare. «Questo studio - continua Casillo - servirà ad avere le indicazioni necessarie che come ente parco daremo, per quanto di nostra competenza, ai proprietari dei fondi danneggiati come linee guida da seguire per gli interventi post-incendio».

Gli obiettivi principali del progetto di restauro ambientale sono: analisi della gravità degli incendi attraverso immagini satellitari e dati raccolti sul campo; analisi del rischio idrologico post-incendio; aggiornamento degli scenari di rischio in seguito al cambiamento della struttura e del carico del combustibile post-incendio; pianificazione della gestione forestale per facilitare il recupero di specie arboree autoctone e pianificazione dei rimboschimenti mediante materiale di propagazione autoctono prodotto nei vivai locali; comunicazione alle popolazioni locali.

È stato inoltre comunicato che per spegnere gli incendi è stata utilizzata anche acqua contaminata. È quanto emerge da un'inchiesta sul traffico illegale di rifiuti e sul loro riutilizzo in Campania.


 
 

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