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ISRAELEGaza: 12 palestinesi uccisi e 1000 feriti

30.03.18 - 15:03
Si aggrava il bilancio degli scontri lungo il confine
Keystone
Gaza: 12 palestinesi uccisi e 1000 feriti
Si aggrava il bilancio degli scontri lungo il confine

TEL AVIV - Sale a 7 il bilancio dei manifestanti palestinesi uccisi durante i violenti scontri con l'esercito israeliano lungo il confine con Gaza. Lo riportano i media palestinesi che citano fonti mediche della Striscia. L'agenzia Wafa indica anche un numero di circa 500 feriti.

«Attacchi terroristici» - «Abbiamo identificato tentativi di portare a compimento attacchi terroristici usando la protesta come copertura». Lo ha detto il generale Eyal Zamir, capo del comando sud dell'esercito israeliano riferendosi agli scontri in atto lungo la barriera difensiva con manifestanti palestinesi.

«Abbiamo detto ai civili di non avvicinarsi alla frontiera e stiamo inviando avvisi ufficiali ad Hamas che - ha aggiunto - è responsabile per tutto quello che accade nella Striscia».

Ragazzina mandata verso la barriera - L'esercito israeliano ha detto che una ragazzina palestinese di 7 anni è stata «mandata verso Israele per superare la barriera difensiva» durante gli scontri di oggi lungo il confine con lo stato ebraico.

«Quando i soldati hanno realizzato che era una ragazzina - ha continuato l'esercito - l'hanno presa e si sono sono assicurati che tornasse in sicurezza dai genitori». Secondo l'esercito - citato dai media - la ragazzina è stata inviata da Hamas che «cinicamente usa le donne e i bambini, li manda verso la frontiera e mette in pericolo le loro vite».

Anp: «Israele responsabile degli attacchi» - Il Governo dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) ha accusato Israele di essere «pienamente responsabile degli attacchi commessi dalle forze di occupazione israeliane contro il popolo palestinese in tutto il territorio occupato, specialmente nei governatorati meridionali».

Il portavoce del Governo Youssef Mahmoud, citato dalla Wafa, ha poi chiesto «un intervento internazionale immediato e urgente per fermare lo spargimento di sangue del popolo arabo palestinese nelle mani delle forze di occupazione israeliane».

Aggiornamento 16.55 - Saliti a 8 i morti palestinesi, 1000 feriti - Secondo l'agenzia palestinese Maan sono saliti ad 8 i morti tra i manifestanti palestinesi durante gli scontri. Il ministero della sanità nella Striscia parla anche di oltre 1'000 feriti.

«Il diritto al ritorno non è solo uno slogan» - «Le dimostrazioni di oggi segnano l'inizio del ritorno dei palestinesi in tutta la Palestina». Lo ha detto da Gaza, citato dai media, il leader di Hamas Ismail Haniyeh. «Siamo qui oggi - ha spiegato, citato dai media israeliani - per dichiarare che il nostro popolo non concorderà mai nel considerare il ritorno solo come uno slogan».

La 'Marcia' di oggi secondo Haniyeh è anche un messaggio al presidente americano Donald Trump su Gerusalemme e che «non c'è soluzione senza il diritto al ritorno».

Aggiornamento 18.10 - Tra i morti due membri dell'unità elite di Hamas - Il bilancio dei manifestanti palestinesi uccisi negli scontri lungo i reticolati di confine è salito a 12. Lo riferiscono le agenzie palestinesi Wafa e Maan. La seconda spiega che gli ultimi due morti sono dovuti a colpi di artiglieria israeliana a Beit Hanun, nel nord della Striscia.

L'esercito israeliano ha fatto sapere che «due dei palestinesi uccisi nei violenti scontri sul confine di Gaza erano membri dell'unità d'elite di Hamas, Nukhba».

L'esercito, citato dai media, ha anche spiegato che «tutti i morti erano attivisti del terrore tra i 18 e i 30 anni di età». «Siamo pronti ad ogni scenario» ha commentato un ufficiale dell'esercito secondo cui la protesta lungo il confine non è destinata a esaurirsi a breve. Secondo la stessa fonte, lo scenario include molte cose: tentativi di infiltrarsi in territorio israeliano, attacchi improvvisi con ordigni esplosivi e lancio di razzi dalla Striscia.

Aggiornamento 19.02 - Sventato un attacco a colpi d'arma da fuoco - L'esercito israeliano ha fatto sapere di aver sventato «un tentativo di attacco a colpi di arma da fuoco da una parte di una cellula del terrore» nel nord della Striscia. «Durante l'attacco - ha spiegato l'esercito - due terroristi si sono avvicinati alla barriera di sicurezza e hanno sparato verso i soldati israeliani».

Dopo aver risposto all'azione dei due, artiglieria e l'aviazione israeliana «ne hanno colpiti altri tre nei pressi di siti del terrore di Hamas». «Il serio attacco - ha proseguito - è una ulteriore prova che le organizzazioni terroristiche nella Striscia usano i violenti incidenti in modo da camuffare il terrorismo». L'esercito ha anche detto di aver «sparato a sospetti che si erano infiltrati da Gaza attraverso la barriera difensiva».

Aggiornamento 19.22 - 14 morti negli scontri, 1200 feriti - Sono saliti a 14 i manifestanti palestinesi uccisi oggi. Lo riferisce il ministero della sanità della Striscia, citato dall'agenzia palestinese Maan che parla anche di oltre 1.200 feriti.

Il Giorno della terra, nel 1976 l'esproprio di Israele - Il 'Land Day' ('Giorno della Terra') che i palestinesi ricordano ogni 30 marzo riguarda fatti svoltisi 42 anni fa, nel 1976. Quel giorno in scontri con l'esercito - secondo le ricostruzioni dell'epoca - furono uccisi sei arabi israeliani che stavano protestando contro l'esproprio di terre di proprietà araba per costruire comunità ebraiche nel nord di Israele.

A fronte dell'annuncio da parte del governo israeliano dell'epoca del piano di esproprio di centinaia di dunam (ogni dunam sono circa 1000 metri quadrati), le organizzazioni arabe proclamarono uno sciopero generale e numerose marce di protesta in molte città arabe all'interno del territorio israeliano, dalla Galilea (nord) al Negev (sud). Negli scontri seguiti allo sciopero generale e alle marce ci furono appunto - secondo dati ricordati dai media - sei arabi israeliani uccisi, 100 feriti e decine di arresti tra i manifestanti.

Da quel momento il 30 Marzo è diventato per i palestinesi e gli arabi d'Israele 'Yom al-Ard', il Giorno della Terra, e si ricorda sia nei Territori (Gaza compresa) sia nella parte araba di Israele. In occasione del 'Giorno' - e per sei settimane, fino alla data del giorno della nascita di Israele nel maggio del 1948 che i palestinesi chiamano 'Nakba' (Catastrofe) - sono anche programmate numerose 'Marce per il ritorno' dei palestinesi profughi dopo lo stabilimento dello Stato ebraico. Un tema questo che i palestinesi rivendicano in ogni possibile accordo di pace.

Quest'anno il 'Land Day' e la relativa Marcia per il ritorno appoggiata da Hamas a Gaza sono coincisi con l'avvio della Pasqua ebraica che si celebra da stasera per una settimana.

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