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ITALIAArrestato a Torino un italo-marocchino militante dell'Isis

28.03.18 - 09:31
Si tratta del 23enne Elmahdi Halili, l'autore del primo testo di propaganda dello Stato Islamico in italiano
Arrestato a Torino un italo-marocchino militante dell'Isis
Si tratta del 23enne Elmahdi Halili, l'autore del primo testo di propaganda dello Stato Islamico in italiano

ROMA - «Partecipazione all'associazione terroristica dello Stato Islamico». È l'accusa nei confronti di un italo-marocchino arrestato questa mattina dalla Polizia italiana al termine di un'indagine dell'Antiterrorismo coordinata dalla procura di Torino. Si tratta di Elmahdi Halili, 23enne autore del primo testo di propaganda dell'Isis in italiano.

Nei confronti di Halili il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Torino ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare in carcere al termine dell'indagine della Divisione investigazioni generali e operazioni speciali torinese, con il supporto del Servizio per il contrasto dell'estremismo e del terrorismo esterno dell'Ufficio centrale per le investigazioni generali e per le operazioni speciali.

Perquisizioni sono in corso da parte della Polizia nel Nord Italia nei confronti di altri soggetti legati ad ambienti dell'estremismo islamico. I 13 decreti di perquisizione sono stati emessi nell'ambito dell'indagine che ha portato in carcere Halili e sono scattati a Milano, Napoli, Modena, Bergamo e Reggio Emilia. Nell'inchiesta sono coinvolti anche alcuni italiani convertiti all'Islam, oltre a cittadini di origine straniera: l'accusa ipotizzata è di aver svolto una campagna di radicalizzazione e proselitismo sul web.

Creò una piattaforma social con i messaggi di Abu Mohammed Al Adnani, braccio destro di Al Baghdadi - Quando il 30 agosto del 2016 il capo della propaganda e portavoce dell'Isis Abu Mohammed Al Adnani fu ucciso ad Aleppo, Elmahdi Halili creò una piattaforma social dove pubblicò tre diverse playlist con i messaggi più famosi del braccio destro di Al Baghdadi, compreso quello in cui dava l'ordine ai lupi solitari presenti in Europa di scatenare la campagna di terrore che ha portato alle stragi del 2015. È quanto hanno accertato gli investigatori della Polizia italiana nell'inchiesta che ha portato in carcere l'italo marocchino.

L'indagine è partita alla fine del 2015, quando Halili ha patteggiato una condanna a due anni di reclusione, con sospensione condizionale della pena, per istigazione a delinquere con finalità di terrorismo proprio per la pubblicazione sul web di una serie di documenti dell'Isis.

Le verifiche successive hanno consentito agli uomini dell'antiterrorismo di accertare che il giovane, proprio dopo aver subito la condanna, ha accelerato il suo percorso di radicalizzazione, intensificando l'attività di proselitismo ed indottrinamento. Gli investigatori gli hanno infatti sequestrato diverso materiale, sia di propaganda sia inneggiante al jihad: filmati dei combattenti in Siria e Iraq, video delle esecuzioni di civili e militari, le rivendicazioni degli attentati di Parigi e Bruxelles.

Nella disponibilità del giovane c'erano poi, oltre ai messaggi di Al Adnani, anche i sermoni di Anwar Al Awlaki, conosciuto come il 'Bin Laden di internet': entrambi, dicono gli investigatori, erano considerati dal ventitreenne come dei veri e propri padri spirituali.

Già bloccato a Brescia nel 2015 - Il 23enne  era già finito al centro di un'inchiesta della Procura di Brescia e della Divisione investigazioni generali e operazioni speciali.

Le forze dell'ordine lo avevano bloccato nel marzo del 2015 dopo che aveva pubblicato in rete un manuale islamico.

Halili aveva patteggiato una pena di due anni per apologia del terrorismo. L'inchiesta, denominata "Balkan Connection", aveva portato alla scoperta di persone in grado di arruolare soldati per l'Isis. Tra questi anche il foreign fighter bresciano Anas El Abboubi, arrestato, scarcerato dal Riesame e poi andato in Siria a combattere. Quest'ultimo sarebbe morto, ma non ci sono documenti ufficiali che lo attestano.

In contatto con aspiranti foreign fighters - Elmahdi Halili è stato in contatto con due aspiranti foreign fighters - Abdrrahim Moutaharrik e Abderrahmine Khachia - arrestati il 26 aprile del 2016 nell'ambito di un'inchiesta della procura di Milano con l'accusa di associazione a delinquere con finalità di terrorismo. È quanto emerso nei due anni d'indagine che hanno portato all'arresto oggi a Torino dell'italo-marocchino con l'accusa di essere un militante dell'Isis.

Nell'ultimo periodo, inoltre, l'attenzione del 23enne si era focalizzata sulla rivista online dell'Isis 'Rumiyah' (Roma), contenente le istruzioni operative per realizzate attentati con camion e auto o con un coltello.

Gli investigatori della Divisione investigazioni generali e operazioni speciali e dell'Antiterrorismo della Polizia hanno anche accertato che Halili era riuscito a fare diversi proseliti, traducendo dall'arabo e dall'inglese i testi jihadisti per poi rielaborarli e portare così sulle sue posizioni alcuni italiani convertiti all'islam e giovani immigrati di seconda generazione.

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