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SLOVACCHIAGiornalista ucciso, pubblicato il reportage

28.02.18 - 16:18
L'opposizione slovacca sollecita le dimissioni del ministro dell'interno e del presidente della polizia. Arrivate quelle del ministro della cultura
Keystone
Giornalista ucciso, pubblicato il reportage
L'opposizione slovacca sollecita le dimissioni del ministro dell'interno e del presidente della polizia. Arrivate quelle del ministro della cultura

BRATISLAVA - Alla luce dell'assassinio del giornalista Jan Kuciak, il ministro della cultura slovacco Marek Madaric (Smer, democratici sociali) ha annunciato oggi le sue dimissioni.

«Il ministero della cultura è il dicastero più vicino ai media. Dopo quello che è successo, non riesco ad immaginare di rimanere in carica come ministro. La mia decisione è collegata all'assassinio del giornalista», ha detto Madaric. L'opposizione slovacca sollecita le dimissioni del ministro dell'interno Robert Kalinak (Smer) e del presidente della polizia Tibor Gaspar.

Hanno invece lasciato l'assistente del premier Robert Fico, Maria Troskova, e il segretario del Consiglio di sicurezza, Viliam Jasan: entrambi si sono dimessi dalle loro cariche nell'ufficio del governo. I due elementi vicini al premier lasciano il loro posto, fino alla fine delle indagini sull'omicidio di Kuciak. Troskova e Jasan hanno reagito agli attacchi di questi giorni: «Collegare i nostri nomi a un atto deprecabile (l'assassinio di Kuciak) come fanno alcuni media o politici è assurdo», scrivono in una nota congiunta. «Di fronte alla strumentalizzazione dei nostri nomi, nella lotta politica contro il premier Robert Fico, abbiamo deciso di lasciare i nostri posti all'ufficio del governo fino alla conclusione delle indagini», conclude il comunicato.

Pubblicato il reportage - È stato pubblicato oggi dal giornale online per cui lavorava il reportage rimasto incompiuto di Jan Kuciak. Il sito Aktuality.sk ha dato ampio rilievo all'articolo, nel quale Kuciak descriveva le attività della criminalità organizzata italiana in Slovacchia, e rivelava i contatti di persone dell'entourage del premier Fico con figure legate alla 'ndrangheta.

Kuciak si era occupato delle attività di quattro famiglie che orbitano intorno alla 'ndrangheta che in Slovacchia svolgono attività imprenditoriali soprattutto nell'agricoltura, nel fotovoltaico, nel biogas e nell'immobiliare. Secondo Kuciak, si tratta di clan che hanno in Slovacchia decine di società e grazie a frodi varie e manipolazioni sfruttano milioni di euro dai fondi europei.

«Hanno cominciato a svolgere attività imprenditoriali qui e sfruttare i fondi europei, ma soprattutto a costruire rapporti con importanti persone degli ambienti politici, fino all'ufficio del governo della Repubblica slovacca», ha scritto Kuciak. Il giornalista 27enne ha rivelato legami d'affari di Maria Troskova, l'assistente di Fico, e di Vilem Jasan, ex deputato dello Smer, partito del premier e attuale segretario del Consiglio di sicurezza con un imprenditore italiano di una delle quattro famiglie citate.

«Vuol dire che due soggetti dell'entourage della persona arrivata in Slovacchia, denunciato in un caso di mafia in Italia, sono ogni giorno in contatto con il premier: le ha scelte Robert Fico in persona», ha scritto Kuciak. Aktuality.sk, nella nota allegata all'articolo di Kuciak, ha scritto che per tracciare le attività della mafia in Slovacchia il sito aveva collaborato con il Centro ceco per il giornalismo investigativo, con l'organizzazione giornalistica italiana Irpi e l'organizzazione internazionale Occrp, che si dedica alla criminalità organizzata e della corruzione.

«Inaccettabile l'attacco alla libertà di stampa» - Il presidente del Parlamento Ue, Antonio Tajani, ha aperto la sessione plenaria esprimendo «ferma condanna» dell'assassinio di Kuciak e della fidanzata. «Questo è un nuovo, inaccettabile attacco alla libertà di stampa che è il valore fondante della nostra democrazia, dopo pochi mesi il tragico omicidio della giornalista maltese Daphne Caruana Galicia», ha detto Tajani. «Tutti abbiamo il dovere di proseguire la sua battaglia per la verità. Non è accettabile per un giornalista nell'Unione europea essere ucciso per il suo lavoro», ha concluso.

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