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ITALIAI migranti presi di mira da Traini sono 11

05.02.18 - 12:26
Sei sono ricoverati in ospedale, tre non sono stati colpiti e altri due, forse non in regola con i documenti, non si sono fatti trovare
Keystone / EPA
I migranti presi di mira da Traini sono 11
Sei sono ricoverati in ospedale, tre non sono stati colpiti e altri due, forse non in regola con i documenti, non si sono fatti trovare

MACERATA - Sono 11 i migranti vittime della caccia al nero attuata da Luca Traini sabato mattina per le vie di Macerata (Marche).

All'uomo, accusato di strage aggravata dalla finalità di razzismo, la procura guidata da Giovanni Giorgio contesta non solo il ferimento dei sei immigrati di colore che sono stati ricoverati negli ospedali ma, anche, di aver sparato verso altri tre migranti che non sono stati colpiti e verso due persone che, dopo aver richiesto l'intervento dei sanitari, non si sono fatte trovare, probabilmente perché non avevano i documenti in regola.

Gli inquirenti hanno stabilito che Traini avrebbe voluto uccidere Innocent Oseghale, il nigeriano accusato dell'omicidio della 18enne Pamela Mastropietro. «Volevo andare in tribunale e sparargli» ha dichiarato. Ma all'ultimo momento Traini avrebbe cambiato idea e avrebbe cominciato a sparare contro ogni persona di colore incontrata lungo la strada, secondo quanto da lui stesso riferito ai carabinieri dopo l'arresto.

«Sono rimasto sconvolto dalle modalità brutali con le quali è stata uccisa Pamela - ha raccontato l'uomo - è così ho deciso di fare un'azione personale. Volevo andare in tribunale e fare giustizia, volevo colpire il nigeriano ma poi ho cambiato idea».

Giorgio ha anche spiegato che durante la caccia all'uomo, Traini ha sparato verso la sede del Pd e verso alcuni esercizi commerciali. Negozi che, ha detto agli investigatori, o erano frequentati da immigrati o erano luoghi dove si spacciava droga. Prima di arrendersi, inoltre, il ventottenne è andato nel luogo dove sono state ritrovate le valigie con i resti della ragazza: lì ha pregato, ha lasciato una scatola di proiettili vuota e una sorta di cero votivo di Mussolini. Poi è andato in piazza Vittoria e si è fatto arrestare sulla scalinata del monumento ai caduti. «Quando è stato arrestato - ha detto Giorgio - la pistola per il folle gesto era in macchina e dunque dobbiamo ritenere che avesse completato il suo originario progetto».
 
 

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