Vittorio Brumotti e il suo cameraman sono stati aggrediti nel pomeriggio a Roma durante un’inchiesta sulla droga
ROMA - Due colpi di pistola, il lancio di un mattone che ha ferito un cameraman e minacce di morte contro l'inviato della popolare trasmissione Striscia la notizia Vittorio Brumotti e la sua troupe. L'aggressione è avvenuta oggi pomeriggio a Roma durante un'inchiesta sulla droga.
A darne notizia è la stessa testata in una nota. L'inviato di Striscia si trovava nel quartiere San Basilio per documentare lo spaccio di sostanze stupefacenti che avviene alla luce del sole, gestito da alcune famiglie italiane, a quanto sembra, legate alla camorra.
Adescato con la proposta di vendergli cocaina e altre droghe, Brumotti ha iniziato la sua campagna contro lo spaccio usando il megafono. Immediatamente da un blocco di case popolari si sono levate urla, insulti e minacce.
Verso le 16.15, sceso dal suo furgone, Brumotti ha sentito due colpi di arma da fuoco. Girandosi ha visto una persona in passamontagna correre verso di lui e la sua troupe lanciando un mattone che ha ferito a una gamba uno dei cameraman.
L'inviato di Striscia e la troupe sono quindi saltati sul furgone allontanandosi di corsa dal quartiere.
Vittorio Brumotti e la sua troupe nelle ultime due settimane per due volte avevano vissuto episodi simili a Bologna, anche in questo caso per denunciare lo spaccio di droga.
Il 15 novembre Brumotti e gli operatori erano entrati al buio nel parco della Montagnola per documentare la cessione di stupefacenti e l'inviato si era finto potenziale acquirente. Ad un certo punto aveva svelato la sua identità tirando fuori un megafono, ed era stato affrontato, insieme ai cameraman, da un gruppo di stranieri che gli avevano strappato le telecamere. Nei giorni successivi alcuni africani erano stati fermati dai carabinieri per rapina.
Il secondo fatto è di mercoledì 29 novembre, nello stesso luogo: la troupe è stata inseguita e spintonata da un gruppetto di spacciatori, che non hanno gradito la nuova "invasione" in quello che considerano un loro territorio. Il giornalista e i suoi cameraman erano stati assaliti anche la sera del 22 novembre, a Padova.