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REGNO UNITOIl 18enne arrestato a Dover «è il sospetto attentatore»

16.09.17 - 21:25
Stando alla BBC sarebbe stato lui a posizionare l'ordigno nella metropolitana di Londra. Non si escludono altri coinvolgimenti
Keystone
Il 18enne arrestato a Dover «è il sospetto attentatore»
Stando alla BBC sarebbe stato lui a posizionare l'ordigno nella metropolitana di Londra. Non si escludono altri coinvolgimenti

LONDRA - L'hanno pescato fra i docks del porto di Dover, a tiro di traghetto da quella Francia in cui - al di là della Manica - cani sciolti o meno sciolti dell'Isis hanno colpito negli ultimi tempi quanto e più che in Gran Bretagna. Ha 18 anni, poco più che un ragazzo, ed è sospettato d'essere il terrorista che ieri ha collocato un ordigno assemblato artigianalmente, ma in potenza micidiale, su un vagone della metropolitana di Londra.

La punta di diamante, a dar credito alla rivendicazione del "Califfato", del presunto «distaccamento» di «soldati» di Allah al quale il franchising jihadista attribuisce la paternità dell'attacco - fallito solo a metà - che ha risospinto la capitale del Regno nell'incubo.

L'identità resta coperta per ora dal riserbo. Tanto più che gli investigatori non escludono altri responsabili e che le indagini su quanto accaduto a Parsons Green non sono finite qui, come ha avvertito la ministra dell'Interno, Amber Rudd, al termine di una nuova riunione del comitato di emergenza Cobra. Confermando che lo stato di allerta nazionale, elevato ieri sera da "severo" a "critico", resta al livello più grave: quello che presuppone il timore concreto di altri attentati imminenti.

A far eco alle sue parole, la notizia di un blitz della polizia in assetto anti-guerriglia in un edificio residenziale di Sunbury-on-Thames, nel Surrey, sgomberato in fretta e furia da tutti gli inquilini a scopo precauzionale per setacciare l'appartamento di una «rispettata» e anziana coppia locale (entrambi sugli 80) che per anni pare abbia dato ospitalità a figli di rifugiati. Ma soprattutto il panorama di un Paese che - nei suoi obiettivi sensibili, incluso in queste ore lo Stamford Bridge, stadio del Chelsea semi blindato per il derby con l'Arsenal - si risveglia presidiato da centinaia di militari: fatto insolito laddove di norma gli stessi agenti vanno in giro disarmati e laddove i soldati per le strade erano ricomparsi qualche giorno a fine maggio in seguito alla strage suicida della Manchester Arena; mentre prima di allora sembravano quasi un ricordo sfocato dell'epoca dei 'troubles' irlandesi e della minaccia dell'esercito repubblicano irlandese (Ira).

È l'effetto del cosiddetto piano Temperer, ripristinato a quattro mesi di distanza su ordine della premier Theresa May ed entrato in vigore a pieno regime, a dispetto della sostanziale normalità di vita della metropoli e del ritorno all'ordinaria amministrazione della stessa stazione coinvolta: già riaperta ai passeggeri e al traffico dei convogli della District Line. In parole povere si tratta del dispiegamento di unità di uomini e donne delle forze armate in funzione di pattugliamento, per alleggerire i reparti di polizia da queste incombenze e dirottare un migliaio di agenti sul fronte delle indagini: dall'analisi fotogramma per fotogramma delle immagini di una miriade di telecamere a circuito chiuso disseminate lungo la 'tube', fino alla caccia all'uomo vera e propria.

Il primo risultato tangibile, in attesa di ulteriori novità dal Surrey o dalla periferia di Londra, è la cattura del giovane bloccato a Dover. Stando alla Bbc, sarebbe lui, neo maggiorenne, il sospetto attentatore. Il ministro Rudd non ha esitato d'altronde a parlare di arresto «molto significativo», facendo suo l'aggettivo usato sia dalla comandante di Scotland Yard, Cressida Dick (protagonista oggi anche di un giro dimostrativo sulla metropolitana, come a voler testimoniare che Londra non si arrende alla violenza e «non si ferma»), sia dal vice, Neil Basu. La sensazione, in effetti, è che gli investigatori siano fiduciosi d'aver messo le mani su una figura cruciale della vicenda, pur essendo ancora alla ricerca di complici nel quadro d'una possibile rete più vasta. O di una cellula, chissà.

Qualunque cosa ci sia dietro, rimane il fatto che il rudimentale "secchio esplosivo" lasciato sul treno (uno IED nel cifrario bellico inglese, ossia un 'ordigno improvvisato' con materiali comuni) avrebbe potuto fare una carneficina a parere degli esperti. È stata «una bella fortuna», ha rimarcato ancora Rudd, se ieri ha provocato «un danno tanto limitato» (30 feriti non gravi, solo tre dei quali tuttora ricoverati al Chelsea and Westminster Hospital) a causa d'un probabile innesco difettoso.

Un aspetto da approfondire, al pari di quello del background del fermato, su cui la titolare dell'Home Office è parsa per la verità un po' sfuggente. «È molto presto per dirlo», ha glissato sbrigativamente di fronte a chi le chiedeva almeno di dire se il 18enne fosse già noto alla polizia o all'intelligence di Sua Maestà. Come sospetta fra gli altri il presidente americano Donald Trump.

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