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ITALIARifiutò la chemio - anche in Ticino - e morì, indagati i genitori

27.04.17 - 19:55
Dovranno difendersi dall'accusa di omicidio colposo
Rifiutò la chemio - anche in Ticino - e morì, indagati i genitori
Dovranno difendersi dall'accusa di omicidio colposo

PADOVA - Dovranno difendersi dall'accusa di omicidio colposo i genitori di Eleonora Bottaro, la 18enne padovana morta lo scorso agosto di leucemia dopo aver rifiutato, con il loro appoggio, le cure chemioterapiche. Un caso che aveva scosso l'Italia, riproponendo la contrapposizione tra scienza ufficiale e cosiddetta medicina alternativa. La ragazza fu in seguito ricoverata in due strutture mediche in Svizzera, anche presso l'Ospedale San Giovanni di Bellinzona.

A otto mesi dalla scomparsa della ragazza, la Procura di Padova ha notificato al padre e alla madre l'avviso di chiusura indagini. Indagati per omicidio colposo - ha spiegato il Procuratore Matteo Stuccilli - aggravato dalla previsione dell'evento. In sostanza avrebbero violato "«'obbligo di tutela insito nella potestà genitoriale», da un lato opponendosi alla terapia chemioterapica, osteggiata fin dal primo intervento medico, dall'altro ingenerando nella figlia «una falsa rappresentazione della realtà, sia in ordine alla gravità e mortalità della patologia da cui era affetta (leucemia linfoblastica acuta) sia con riferimento alla idoneità e adeguatezza curativa soltanto dei rimedi da essi proposti, privi di qualsiasi validità scientifica».

I genitori di Eleonora Bottaro erano seguaci del metodo di Ryke Hamer, un ex medico tedesco, radiato nel 1986 e condannato per frode, secondo il quale tutte le malattie sono la manifestazione fisica di un trauma psicologico.

Il caso di Eleonora, minorenne quando le fu diagnosticata la leucemia, era stato seguito dal Tribunale dei minori, su segnalazione del Comitato etico dell'ospedale di Padova. I giudici, nel febbraio 2016, avevano tolto la patria potestà ai genitori, affidando la ragazza ai servizi sociali e disponendo che fosse mantenuta sotto stretta osservazione medica. Ma i familiari erano stati più lesti del Tribunale, presentandosi nel reparto di Oncoematologia pediatrica prima della notifica della decisione, e avevano firmato le dimissioni volontarie della figlia. Eleonora fu in seguito ricoverata in due strutture mediche in Svizzera.

A tragedia avvenuta - Eleonora morì il 29 agosto 2016 - l'Eoc di Bellinzona chiarì che in questa struttura la giovane veneta era stata sottoposta solo a una cura con corticosteroidi che aveva consentito «un transitorio miglioramento, prima che la malattia non riprendesse il suo ineluttabile decorso fatale».

Oggi i magistrati padovani hanno scritto che padre e madre avrebbero indotto in Eleonora «il falso convincimento che la terapia chemioterapica fosse non solo non necessaria, ma addirittura nociva», interferendo in ogni scelta medica. Questo quando invece la somministrazione della chemio era «indicata da tutti i medici interpellati come essenziale e idonea a determinare la guarigione».

La Procura è giunta alla contestazione di omicidio colposo sulla base "di indagini approfondite", e dopo aver sentito, tutti i medici che, anche all'estero e a diverso titolo, hanno avuto contatto con Eleonora, gli amici più vicini alla ragazza, i professori e amici di famiglia.

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